L'intervista
Tandem Italia-USA sulle fonti nucleari e rinnovabili, Francesco Corvaro: “Arriveremo a siglare memorandum”

La cooperazione tra Italia e Stati Uniti si sta rafforzando in settori cruciali per il futuro dell’energia pulita e della sicurezza climatica globale. Francesco Corvaro, da due anni inviato speciale per il cambiamento climatico del governo italiano, ha recentemente concluso una serie di incontri con il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, focalizzati su fissione e fusione nucleare, energia geotermica e biocarburanti. “C’è un grande potenziale, e un grande slancio, nel lavorare insieme per accelerare l’innovazione e la diffusione in questi settori”, spiega Corvaro.
“È stato fruttuoso impegnarsi con esperti e responsabili politici che condividono un forte impegno per il progresso di queste tecnologie. Il cuore di queste sinergie – aggiunge – è proprio l’energia: sul nucleare, inteso come da fissione e da fusione, sono state create due task force, e poi le rinnovabili, incluso il geotermico, che è un’energia sicura”. Si tratta di incontri avvenuti a valle della visita di Giorgia Meloni a Donald Trump, fatti con l’obiettivo di gettare le basi per possibili e proficue collaborazioni. L’Italia, pur non avendo reattori nucleari operativi, vanta una catena del valore fatta di aziende all’avanguardia, in grado di contribuire significativamente alle tecnologie energetiche del futuro.
“Parlando del nucleare – prosegue – gli Stati Uniti, da parte loro, hanno intenzione di unire le forze con le supply chain italiane, che sono delle eccellenze, pur non avendo noi nemmeno un reattore. Ora, sia sul versante della fusione, sia su quello della fissione ho notato un grande interesse da parte degli americani, con la prospettiva, decisamente ragionevole, di arrivare a siglare dei memorandum”, afferma l’inviato speciale italiano, evidenziando che la collaborazione è basata su un rapporto di piena parità e mutuo interesse. Ma non c’è solo il nucleare nella partnership energetica in costruzione tra Italia e Usa.
“Altri due importanti campi d’azione – specifica Corvaro – che sono stati oggetto delle interlocuzioni, sono i biocombustibili e le rinnovabili. Sia i primi, sia le seconde, debbono poter accelerare la decarbonizzazione. Anche qui devo riscontrare una grande convergenza con gli Stati Uniti, tanto che abbiamo affrontato il tema, che forse poteva sembrare negli Usa un tabù, del cambiamento climatico”. Si tratta di settori in cui l’Italia può offrire know-how e competenze consolidate. Di più: la partnership tra Italia e Usa si proietta oltre i confini nazionali, aprendo la strada a collaborazioni in paesi terzi, specialmente nel Mediterraneo allargato e in Africa. Qui, iniziative come il Piano Mattei, il Global Gateway europeo e il PGII del G7 rappresentano piattaforme strategiche per rafforzare la sicurezza energetica e promuovere lo sviluppo sostenibile.
In questo scenario, l’Italia emerge non solo come un partner tecnologico, ma anche come un ponte strategico. La capacità di pensare oltre le frontiere, coinvolgendo giovani talenti e progetti innovativi, fa da elemento distintivo. “Da ingegnere, riconosco che sotto un punto di vista tecnico, i progetti presentati dai giovani sono davvero ben fatti. Questo dimostra passione rispetto al tema e capacità di ragionare al di là delle frontiere proprio perché, il cambiamento climatico non ha frontiere”. È pensando al futuro dell’interesse nazionale che l’inviato spiega che le strade sono due: se l’Italia non arriverà al nucleare, vorrà dire che dovrà rinunciare alla sua sicurezza energetica.
“Sono convinto – sottolinea l’inviato speciale – che le rinnovabili debbano fare la loro parte, ma non possono garantire un fabbisogno che è in aumento. Se un domani avremo tutti l’auto elettrica, ci sarà un enorme aumento della domanda e non possiamo pensare di soddisfarla solo con le rinnovabili. Per questo – conclude – penso che il nucleare possa essere una risposta in questo senso. Perché l’energia elettrica, da qualche parte, bisogna produrla. Lo storage, su cui l’Italia è molto d’avanguardia, può non bastare. Lo abbiamo visto in Germania. E quindi, nell’ambito del mix, serve altro”.
© Riproduzione riservata