Secondo quanto si apprende da fonti ‘qualificate’ il premier Giuseppe Conte stamattina è salito al Quirinale per un incontro informale con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per fare il punto sulla situazione politica nazionale e internazionale.

Al centro dei colloqui le vicende internazionali, come l’epidemia di coronavirus, ma soprattutto i problemi all’interno della maggioranza, dalla prescrizione ai continui attriti tra Italia Viva e il Movimento 5 Stelle.

Proprio per fare fronte ad una ipotetica crisi con i renziani, Conte starebbe sondando il terreno per dei possibili “responsabili” chiamati a salvare la stabilità del governo in caso di defezione di Italia Viva dall’esecutivo giallo-rosso. Tra i corridoi di Palazzo Madama c’è anche chi è pronto a scommettere che tra gli stessi renziani qualcuno potrebbe decidere, in caso di necessità, di sostenere il Governo. Magari con alcune assenze strategiche. Diversi movimenti si registrano poi nel gruppo Misto e dentro FI. Capofila sarebbe Paolo Romani, e con lui ci sarebbe anche Massimo MallegniGaetano Quaglieriello, pure chiamato in causa, si sfila: “È un momento in cui sto fermo perché qualunque cosa fai passi per responsabile e io non ci penso minimamente”, spiega. E se per un fine conoscitore della politica come Gianfranco Rotondi “la verità è che nelle coalizioni avviene uno scambio di coppie: il Centrosinistra cerca di sostituire Renzi con un pezzo di Forza Italia, e Salvini sta sostituendo Forza Italia con Renzi“, a Palazzo nessuno pensa sia l’ora di preparare gli scatoloni.

Secondo ‘Repubblica’ Conte avrebbe già un ‘piano’ per recuperare sei senatori, dato che alla Camera il Governo è già autonomo e può sopravvivere senza il supporto di Italia Viva. Il quotidiano fa il nome di quattro senatori: si tratta dell’ex grillina Gelsomina Vono, dell’ex berlusconiana Donatella Conzatti, di Giuseppe Cucca, che dopo aver letto di questa sua possibile uscita dal partito scriveva nella chat “Dicono che voglio andare via, vi giuro che non è così. Ve lo assicuro!”. Ultimo Eugenio Comincini, che, parlando davanti al leader, ha detto: “Dobbiamo mediare sulla giustizia, non possiamo andare avanti così”.

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