Mentre in Turchia e Siria si continuano a cercare i dispersi e aumenta l’elenco dei morti accertati, la terra continua a tremare. Un esperto turco, l’ingegnere geofisico Övgün Ahmet Ercan, afferma che il sisma ha avuto la potenza di 130 bombe atomiche. Sono due le scosse di rilevante intensità che hanno lacerato il Sud della Turchia e il Nord della Siria: la prima alle 2.17, ora italiana, colpendo nel sonno la popolazione, l’altra alle 11.24 del mattino, raggiungendo rispettivamente la magnitudo di 7.8 e 7.5 della Scala Richter. Due scosse fortissime a cui hanno fatto seguito altre di entità minore ma che continuano a lacerare il territorio.

Secondo quanto riportato da Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), si tratta di un’unica sequenza sismica scatenata dall’incrocio di quattro placche che si scontrano di continuo: L’Anatolica, l’Arabica, l’Euroasiatica e l’Africana, accumuklando energia che attiva una lunga faglia. Ed è questo il motivo per cui la zona è classificata tra quelle con la pericolosità più alta del Mediterraneo.

Cosa è successo? “Si è verificato uno scivolamento orizzontale, quindi sullo stesso piano, della placca Anatolica verso Sudovest rispetto alla placca Arabica. Ciò ha generato un tipo di faglia che i sismologi chiamano ‘transcorrente a bassa profondità’ con un ipocentro, cioè il luogo in profondità in cui si scatena, tra i 15 e i 20 chilometri. In altre parole la Turchia nelle stime è scivolata in realtà di cinque-sei metri rispetto alla Siria. Il dato più preciso si avrà nei prossimi giorni dopo il rilevamento con i satelliti Sentinel dell’Esa e CosmoSkymed dell’Asi”, ha spiegato Doglioni intervistato dal Corriere della Sera.

La lacerazione che si è creata per l’esperto ha coinvolto una zona lunga 190 chilometri e larga 25 scuotendo violentemente il suolo e provocando una sequenza che ha raggiunto i due picchi più intensi a distanza di nove ore uno dall’altro. “Ma in realtà la terra ha continuato a tremare e a distruggere con intensità spesso rilevante, intorno ai 5-6 gradi della Scala Richter. Intanto si è aggiunta pure un’infinità di sussulti minori, circa 200 già nelle prime ore”, ha spiegato. Quanto può durare questa difficile situazione? Secondo Doglioni può essere anche lunga nel tempo, “arrivando a manifestare una sorta di ‘epidemia sismica’ prolungata, come qualcuno l’ha definita, che potrebbe proseguire per giorni, forse mesi se non anni, come in qualche caso è avvenuto nel passato. Impossibile prevederlo ma fino a quando l’energia accumulata non sarà liberata il fenomeno non si interromperà”. In questa situazione c’è stato un allarme tsunami che ha interessato le coste italiane ma è subito rientrato.

Un terremoto fortissimo che ha sprigionato energia molto superiore rispetto ai più drammatici eventi sismici italiani come il Terremoto di Amatrice e quello dell’Irpinia. “Si è stimato che la prima era circa 500 volte più elevata di quella manifestata dal sisma di Amatrice del 2016 e 30 volte più alta rispetto all’Irpinia del 1980”, continua l’esperto. La zona in passato è già stata travolta da drammatici eventi sismici: “I sismi più disastrosi registrati sono tutti di un livello analogo a quelli odierni. Si ricorda in particolare il terremoto di Erzincan del 1939 (7.8 della Scala Richter), che provocò 38 mila vittime, o quello più recente di Izmit (7.6 della Scala Richter), con 17 mila morti. Nel 2012 il governo turco ha varato una legge per avviare un rinnovo del patrimonio edilizio, ma occorreranno anni prima che possa produrre effetti”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.