Firenze, ore 8.50. Nell’area dell’ex Panificio militare di via Mariti si lavora al cantiere della nuova Esselunga. Cinquanta operai sono impegnati sui ponteggi da un’ora. Il cielo è limpido, non soffia vento. Il traffico – si vedrà poi nelle videocamere perimetrali – scorre lento al di là delle paratìe. Anche uno scuolabus si affianca all’area cantierizzata. Si ferma al semaforo rosso quando arriva, all’improvviso, una bomba, un boato. Sobbalza la terra. Alle 8.52 un pilone di cemento armato collassa su un lato. A effetto domino. Travolge tutto, provoca il crollo di tre solai, uno sopra all’altro. Una squadra di otto operai che lavorava a terra – intenti a montare dei prefabbricati – scompare tra le macerie. Alcuni italiani, altri stranieri; poco importa. Sono operai metalmeccanici specializzati usciti poco prima di casa per una normale giornata di lavoro. Cinque di loro non faranno più ritorno: è la più grave tragedia sul lavoro degli ultimi anni.

Questione di sicurezza

Le grida dei compagni di lavoro li iniziano a chiamare. Poi è un susseguirsi di sirene. Arrivano tutte le ambulanze disponibili nella zona ospedaliera di Careggi e dal Cto di Rifredi. E insieme con loro, quattro squadre di Vigili del Fuoco. Di lì a poco arrivano anche le unità cinofile. Si scava a mano tra le macerie, con la paura di nuovi crolli. Di lavoro si torna a morire così, schiacciati e sepolti a due chilometri dai più grandi tesori del Rinascimento. La risposta dei lavoratori è immediata: i sindacati proclamano prima due, infine quattro ore di astensione dal lavoro. Si bloccano tutti i cantieri di Firenze, chiudono in segno di lutto tutti i supermercati Esselunga nel capoluogo toscano. Marina Caprotti, presidente del marchio di grande distribuzione, si mette a disposizione delle autorità con i documenti dell’appalto, “Affidato a una società terza”, dichiara alla stampa. La procura di Firenze ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Il cantiere è stato posto sotto sequestro. Il cordoglio delle istituzioni, della politica, del paese intero arriva nelle prime ore del giorno. Il sindaco Dario Nardella, che si trovava in Israele, rientra con il primo volo e proclama per oggi una giornata di lutto cittadino. Uffici pubblici e autobus esporranno un drappo nero. Al sindaco ha telefonato poco dopo le nove del mattino il Presidente della Repubblica per manifestare il dolore e lo sgomento.

Il sit-in dei sindacati

Il Quirinale – anche nei recenti discorsi pubblici – ha sempre indicato la priorità della messa in sicurezza del lavoro nei cantieri. Arriva anche Palazzo Chigi: “A nome mio e del Governo esprimo cordoglio per le vittime del crollo di una trave avvenuto in un cantiere a Firenze”, dichiara Giorgia Meloni. “Seguo con apprensione l’evolversi della situazione e ringrazio quanti stanno partecipando alle ricerche dei dispersi e alle operazioni di soccorso dei feriti. Le nostre più sentite condoglianze alle famiglie colpite da questa terribile tragedia”, scrive la premier. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, segue al telefono con l’Ispettorato nazionale del lavoro e i Carabinieri del nucleo per la tutela del lavoro. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, è tra i primi ad arrivare sul cantiere. Va in ospedale a parlare con i feriti. Poi proclama il lutto regionale: “Ci stringiamo tutti al dolore delle famiglie. Un sincero ringraziamento alle forze dell’ordine e a tutti i soccorritori per il loro straordinario impegno”. Alle 17 si tiene il sit-in delle sigle sindacali davanti alla Prefettura di Firenze. Ci sono tutti: Cgil, Cisl, Uil, Ugl. “Questa tragedia non può essere considerata solo una fatalità: nelle catene di subappalto troppo spesso si annidano compressione dei costi, irregolarità, mancanza di sicurezza. Il problema della sicurezza sul lavoro deve essere considerato prioritario, è inaccettabile che quotidianamente si parli di morti e feriti come in una guerra”, dicono congiuntamente i sindacati. Ed è indignato il segretario della Cisl, Luigi Sbarra: “È l’ennesima, agghiacciante tragedia. L’auspicio è che la magistratura accerti immediatamente le responsabilità ma questo impone che il tema della salute e sicurezza sul lavoro venga considerato una vera grande priorità nazionale”.

“Nessun profitto vale una vita umana”

Nel corso del presidio le bandiere sindacali sono listate a lutto. Tutta Firenze piange queste vittime. Gli inquirenti giunti sul posto fanno fotografare la scena del crimine: appare subito chiaro che a cedere non è stato semplicemente un pilastro del cantiere ma un architrave del codice degli appalti. Le gare al massimo ribasso, le chiamate al lavoro troppo spesso fatte in fretta e furia, di appalto in subappalto, con scarsa attenzione alla sicurezza. Saranno le indagini ad approfondirlo, ma il tema è già tutto politico. “Non parlate di cordoglio e di dolore. Assumetevi la responsabilità delle gare al massimo ribasso, degli appalti a cascata e della mancanza di controlli. Nessun profitto vale una vita umana”, tuona il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Gli fa eco la senatrice Cristina Tajani, del Pd, capogruppo nella commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro: “E’ nella catena degli appalti e dei subappalti che il rischio di incidenti, anche mortali, è massimo. Dopo il doveroso cordoglio per i tragici fatti di Firenze, il Governo dovrebbe scuotersi dal torpore che lo caratterizza sui temi del lavoro e accendere un faro sulle norme e sui controlli negli appalti, pubblici e privati. Noi saremo pronti a dare una mano come stiamo facendo nella commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro. Ma bisogna cambiare rotta e atteggiamento. Non è più tollerabile questa strage quotidiana”, dice. Maurizio Landini, segretario della Cgil, dà fuoco alle polveri: “È terribile e inaccettabile. Siamo di fronte non solo all’ennesima morte sul lavoro ma ad una situazione che indica come la logica del subappalto, dello sfruttamento del lavoro e degli appalti al massimo ribasso stanno mettendo a rischio la vita delle persone”. La Lega – attraverso una nota di via Bellerio – polemizza: “Sono disgustose le parole di Landini che commenta l’incidente sul lavoro a Firenze incolpando anche il nuovo codice degli appalti: il segretario della Cgil ignora che le nuove norme sono state volute dall’Europa, tanto che l’Italia era a rischio infrazione, e che nulla c’entrano con la tragedia. Il livore ideologico della Cgil non si ferma neppure davanti alle tragedie”. Matteo Renzi, ex sindaco di Firenze, non nasconde la ferita che squarcia, con la sua città, il cuore dei fiorentini. Ma invita alla compostezza che il momento richiede: “Dolore atroce per la tragedia dell’ex Panificio militare. Oggi non ci sono parole: solo il cordoglio e l’angoscia”. Oggi alle 15 il sindaco Nardella sarà in piazza della Signoria per celebrare un minuto di riflessione e di silenzio. In tutte le scuole di Firenze, è l’invito del Comune, si potranno tenere incontri di riflessione sulla sicurezza sul lavoro. La comunità fiorentina – e non solo – è sotto shock.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.