Che Mister Trump, presidente Usa viscerale e paradossale, fosse un furbacchione tipo il Macchianera dei fumetti Disney, lo si era capito da tempo. Bravo a incrociare con fiuto intuitivo la “pancia” dell’America profonda, nei suoi primi quattro anni di mandato, è stato capace di esaltare lo spirito nazionalista di quell’elettorato, ma allo stesso tempo si è alienato una parte dello stesso, con sortite spesso sgradevoli e spiazzanti. E in realtà ha fatto lo stesso con i coreani, gli arabi, l’Europa e i cinesi. Solo con Zar Putin si è misurato la palla, quasi a ratificare una nuova spartizione dell’influenza sul mondo, semplicemente evidenziando che con tutti lui può essere sgarbato, tranne che con quel signore che sta seduto al centro del Cremlino, che si guarda bene dal cazzeggiare con Twitter, e che però fa crollare il prezzo del petrolio con una semplice decisione amministrativa che ha spiazzato l’Opec , e fatto un danno anche al greggio americano la cui estrazione scistica, costa molto di più di quella tradizionale.

Non è questa la sede per entrare nel dettaglio delle sue volute gaffes internazionali, con cui ha “sperperato” nel mondo buona parte della già ammaccata leadership americana, pur di accrescere la sua leadership interna, personalizzandola oltre ogni limite. Ora però, il Coronavirus che lui ha sprezzantemente sottovalutato, negli ultimi giorni si è insinuato indifferente ad ogni chiacchiera inutile, e minaccia proprio la gente di Trump, per di più alla vigilia di una tornata elettorale, in cui – a sorpresa – c’è un avversario forte. Joe Biden, infatti, ha riunito i Democratici, proprio davanti allo spettro della paura del contagio e dell’insipienza con cui Trump l’ha gestita.

E allora che fa quel Macchianera con capello carota che sta nella Stanza Ovale? Cerca nuovi potenziali elettori per la sfida di novembre. E solletica l’orgoglio, il pathos, il retaggio, lo spirito d’identità della gigantesca comunità di origini italiane che rappresenta una fetta importante – importantissima – di quell’elettorato. E come lo fa? Twittando il volo delle Frecce Tricolori che al canto del VINCEROOOOO’ finale del Nessun Dorma di Puccini, portano il tricolore in cielo. Non è escluso che Trump fosse a conoscenza dell’enorme impatto emotivo che quel video sta avendo sugli italiani in queste ore di quarantena collettiva, ma anche di canti ai balconi, flash-mob e appelli all’orgoglio collettivo per uscire da questo grigio vivere.

E dunque eccolo gridare al mondo “I love Italy, siamo amici, siete un grande popolo…” e soprattutto sta gridando: siete tanti milioni di origine italiana in questo grande e libero Paese che sono gli Stati Uniti d’America, non dimenticate che ci sono io ad amarvi, e dunque ricordatevene quando andrete a votare il prossimo 3 novembre.
Insomma, Trump un po’ come Salvini che ha “scoperto” i meridionali per puntare ai “pieni poteri”. Gli italiani d’America si faranno “intortare” dal presidente fumetto, dal Macchianera che solletica il loro cromosomico legame con la patria degli antenati? Chissà. Certo è che per un presidente che inneggia continuamente all’America First, è ben strano ricorrere, per cercare di restare in sella al simbolo eccelso della Pattuglia Acrobatica italiana, e ai colori di un’altra bandiera. La nostra.