Numeri allarmanti ma aumenta la sopravvivenza
Tumori in aumento, oltre 14mila casi in più in due anni: le cattive abitudini peggiorate con il Covid

Il tumore al seno resta quello più diffuso, seguito da colon-retto, polmone, prostata e vescica. I numeri delle persone che si ammalano di tumore sono allarmanti: nel 2022 si stimano 390.700 nuovi casi con un incremento di 14.100 casi in due anni. Che significa più 1000 nuovi casi al giorno. Complice dell’aumento dei numeri anche la pandemia che ha ostacolato la prevenzione: le persone solo recentemente sono tornati a fare screening come prima. Sono questi i dati de “I numeri del cancro in Italia 2022″, il censimento ufficiale, giunto alla dodicesima edizione, che descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP).
Nel 2020 le nuove diagnosi erano 376.600, per quest’anno si stimano, invece, 390.700 nuove diagnosi di cui 205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne. “Come emerge dall’analisi, a seguito di decenni caratterizzati da notevoli progressi, la pandemia di Covid-19 ha determinato una battuta d’arresto nella lotta al cancro, causando in Italia, nel complesso, un forte rallentamento delle attività diagnostiche in campo oncologico, con conseguente incremento delle forme avanzate della malattia. Questi ritardi sicuramente influiranno sull’incidenza futura delle patologie neoplastiche”, ha detto Orazio Schillaci, Ministro della Salute nella prefazione del volume.
Secondo il report il tumore più frequentemente diagnosticato nel 2022, è il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne). “Queste stime per l’Italia per il 2022 sembrano indicare un aumento del numero assoluto dei tumori, in gran parte legato all’invecchiamento della popolazione, in apparente contrasto con l’andamento decrescente dei tassi di incidenza osservato se, ipoteticamente, si considera invariata l’età dei cittadini. Questi dati aggiornati invitano sempre di più a rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico”, ha detto Saverio Cinieri, presidente Aiom.
Grande importanza anche ai numeri degli screening che dopo la pandemia sono tornati ai livelli di prima. Il problema è che proseguono a velocità differenti: quello mammografico raggiunge la copertura del 46%, per il colon-retto (ricerca del sangue occulto nelle feci) del 30% e per la cervice uterina del 35%. In aumento anche gli interventi chirurgici. “Questa edizione contiene l’aggiornamento al 2021 dell’indagine contenuta nella scorsa edizione sull’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 sugli interventi chirurgici dei tumori della mammella e del colon-retto – evidenzia Guido Mazzoleni, Azienda Sanitaria di Bolzano, Registro Tumori di Bolzano, Referente SIAPeC-IAP. I risultati aggiornati fanno emergere, in generale e per entrambi i tumori, un aumento dei casi operati nel 2021 rispetto al 2020 e un incremento della percentuale dei tumori pTis, cioè in stadio iniziale, nel 2021 rispetto agli anni precedenti, sia nella mammella che nel colon-retto, a conferma di una ripresa degli screening oncologici”.
L’aumento del numero dei casi è dovuto si all’aumento degli screening, ma secondo gli oncologi anche a stili di vita scorretti: il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. Nel 2021 in Italia, il 52% dei 18-69enni consuma 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, il 38% consuma 3-4 porzioni, mentre solo il 7% ne consuma la quantità raccomandata dalle linee guida (cinque porzioni al giorno). “Per quanto riguarda i fattori di rischio comportamentali – ha sottolineato il ministro Schillaci – i dati raccolti durante il biennio 2020-2021 segnano un momento di accelerazione per lo più in senso peggiorativo. Si tratta di un dato che non può non destare preoccupazione se si considera che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita”. E queste cattive abitudini sarebbero aumentate con il Covid.
Una buona notizia c’è: a fronte dei 2 milioni e mezzo di cittadini che vivevano in Italia nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37% in più di quanto osservato solo 10 anni prima. L’aumento è stato particolarmente marcato per coloro che vivono da oltre 10 o 15 anni dalla diagnosi. Nel 2020, circa 2,4 milioni di persone (65% del totale) hanno ricevuto la diagnosi da più di 5 anni, mentre 1,4 milioni (39% del totale) da oltre un decennio. Sono oltre un quarto (27%) le persone guarite tra quelle che vivono dopo una diagnosi di tumore.
Ma c’è un’altra questione a fare da contropartita: le difficoltà concrete che i pazienti oncologici incontrano e per i quali è indispensabile pensare a una legge. “In Italia i pazienti oncologici guariti rischiano ancora di incontrare concrete difficoltà quando, ad esempio, cerchino di stipulare un’assicurazione sulla vita o richiedano un mutuo o un finanziamento bancario. Ecco perché è fondamentale attuare, anche in Italia, una legge sul ‘Diritto all’Oblio’, seguendo l’esempio di altri Paesi europei”, dichiara Giordano Beretta, presidente Fondazione Aiom.
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