Néjla Bouden è stata incaricata di formare un governo: è la prima volta di una donna nella storia della Tunisia e in tutto il mondo arabo. E forse potrebbe essere un passo verso la fine dell’impasse politico nel quale il Paese è precipitato dallo scorso luglio. Ovvero da quanto il Presidente tunisino Kais Saied ha destituito il predecessore all’esecutivo Hichem Mechichi e sospeso il Parlamento. È una nomina storica quindi, come sottolineano i media locali.

Néjla Bouden Romdhane diventa l’11esimo capo di governo dopo la rivoluzione del 2011, quella dalla quale partì la cosiddetta Primavera Araba che portò alle dimissioni del presidente Ben Ali. È nata nel 1958 a Qayrawan, capitale dello Stato omonimo e sede della più antica moschea del Maghreb e sito Unesco. Ha studiato da ingegnere, è docente di scienze geologiche alla Scuola nazionale di ingegneri di Tunisi. Alle spalle ha una lunga esperienza accademica e di ricerca, in particolare nella valutazione degli eventi sismici, sulle conseguenze sugli edifici e nella gestione delle catastrofi.

Al momento la capo del governo incaricata è responsabile dell’attuazione del programma della Banca Mondiale presso il ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica. Precedentemente era stata la principale consigliera di sette ministri dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica oltre a essere incaricata del controllo qualità presso lo stesso ministero. Lei stessa aveva istituito il primo programma di finanziamento competitivo e innovatore a sostegno dei progetti che vertono sulla garanzia di qualità, il buon governo, l’innovazione e l’imprenditoria. Néjla Bouden è stata anche co-presidente del Gruppo consultivo mondiale sulla scienza e la tecnologia dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione dei rischi di catastrofi (Undrr) e ha partecipato a diverse missioni e gruppi di lavoro nella regione Medio Oriente Nord Africa.

La decisione di Saied è stata comunicata in uno stringato comunicato adottato ai sensi dell’articolo 16 del decreto presidenziale 117 relativo alle misure eccezionali. Il mandato incarica Bouden di “formare un governo nel più breve tempo possibile”. A Tunisi e in altre città nelle ultime settimane si erano verificate delle manifestazioni di piazza che gridavano al “colpo di stato” all’autoritarismo del presidente dopo la decisione dello scorso luglio e dopo il decreto del 22 settembre che ha ulteriormente rafforzato i poteri della Presidenza, a scapito del governo e del parlamento, che legifererà per decreto. “Non è a quest’età che comincerò una carriera di dittatore”, aveva commentato Saied. L’opposizione bolla la scelta di Bouden come una decisione di facciata.

Proprio dalla Tunisia sono partiti negli ultimi mesi gran parte dei migranti sbarcati in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha dichiarato oggi che “negli ultimi 15 giorni, dalla Tunisia, sono arrivate 400 persone rispetto ai precedenti 15 in cui ne sono arrivate 1.500. C’è stata una riduzione notevole” grazie ai canali di dialogo aperti con il governo tunisino, ha spiegato la ministra al “Festival delle città” in corso a Roma. “Ora c’è un interesse da parte della Tunisia a collaborare e a dare un segnale all’Europa: oggi, ad esempio, abbiamo tre voli di rimpatrio rispetto ai due del passato, e c’è la disponibilità per arrivare a quattro”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.