Napoli continua a viaggiare con il vento in poppa. I numeri del turismo nei primi mesi del 2025 confermano un trend di crescita ormai consolidato, ma la vera sfida – come spesso accade da queste parti – non è inseguire il momento, bensì dargli struttura. Ne parliamo con Teresa Armato, assessora al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli.

Assessora Armato, siamo a metà 2025: che bilancio si sente di tracciare per i primi mesi dell’anno dal punto di vista turistico e produttivo?
«Napoli sta vivendo un momento eccezionale. La permanenza media è di tre giorni e i turisti scelgono la città come destinazione principale. Da gennaio ad aprile abbiamo registrato una media di 1,3 milioni di pernottamenti al mese, con un’ulteriore crescita a maggio, anche grazie ai 2.500 anni dalla fondazione della città, al Giubileo e al Maggio dei Monumenti. Il potenziale per il tessuto produttivo è enorme».

Che tipo di estate si aspetta per Napoli? E su quali assi si sta preparando la città per affrontare i mesi più caldi?
«Un’estate piena di eventi. Torna il concerto all’alba di Ferragosto, il Fringe Festival animerà le strade dal 28 maggio e la rassegna “Vedi Napoli e poi torni” porterà concerti in tutte le municipalità. Offriamo anche esperienze in barca e accoglienza ai pellegrini del Giubileo».

Guardando ai prossimi anni – e a certi eventi (come la futura Coppa America) che potrebbero toccare il nostro territorio – come si può rendere strutturale l’attrattività di Napoli, andando oltre il turismo «di moda»?
«Napoli è sempre più consigliata da blog e guide. Il potenziamento dei servizi è ormai strutturale e l’arrivo della Coppa America ci darà ulteriore slancio, soprattutto in termini infrastrutturali».

In particolare: quali strategie per attrarre imprese della filiera turistica, più che turisti occasionali? Penso a servizi, infrastrutture, incentivi.
«Napoli ha una DMO che, insieme all’assessorato e all’osservatorio, promuove la città all’estero. Attiriamo anche turisti alto spendenti e investiamo molto sul turismo congressuale e fieristico».

Uno dei temi più delicati è la convivenza tra turismo e vita urbana. Come affrontare la tensione crescente su casa, viabilità, spazi pubblici?
«Lavoriamo a una variante del PUC per il centro storico, aumentiamo l’offerta abitativa per studenti e residenti, e stiamo regolamentando gli affitti brevi. Inoltre, abbiamo bloccato per tre anni le nuove aperture food & beverage e tutelato l’artigianato in via San Gregorio Armeno. La riqualificazione degli spazi pubblici è in corso in molti quartieri».

Il rischio è che il turismo porti solo «presenze» ma non valore reale. Come si eleva il target del turismo in una città come Napoli?
«Stiamo diversificando l’offerta, valorizzando anche le periferie e puntando sulla formazione. Con la rete delle Grandi Destinazioni del Turismo Sostenibile installeremo infopoint digitali ed ecosostenibili. Il brand “Napoli A New City” vuole rafforzare l’identità internazionale della città».

C’è una Napoli che ancora oggi vende souvenir cinesi anziché manufatti locali. Come si stimola una filiera autentica e radicata, simile a quella toscana?
«Stiamo rilanciando l’artigianato con eventi, tavoli di lavoro e sinergie con scuole e associazioni di categoria. Un Fam Trip sarà dedicato a mostrare il nostro manifatturiero ai buyer stranieri».

La scommessa è anche culturale. Come si può rafforzare l’identità di Napoli nei suoi prodotti e servizi?
«Con una programmazione che tutela l’identità napoletana, dalla musica all’arte culinaria. Vogliamo una Napoli che migliora senza snaturarsi».

È corretto dire che in questo momento Napoli sta pagando, per certi versi, il successo turistico che ha avuto?
«Il successo comporta sfide. Ma con strumenti come DMO e Osservatorio stiamo affrontando criticità e cogliendo tutte le opportunità che il turismo può offrire».

Infine, se dovesse scegliere un simbolo per raccontare cosa sarà Napoli nel 2026, quale immagine userebbe?
«Una vela sospinta da buon vento. E un luogo: il Real Albergo dei Poveri, simbolo della rinascita culturale e protagonista delle celebrazioni dei 2.500 anni della città».