È stato identificato, fermato e interrogato l’uomo alla guida dell’auto che ha travolto due turiste belghe Jessy Dewildeman e Wibe Bijl, di 24 e 26 anni sull’autostrada A24, all’altezza di Tor Cervara, periferia est di Roma, che si erano fermate a loro volta per soccorrere delle persone coinvolte in un incidente avvenuto poco prima. Dagli accertamenti investigativi è emerso che l’uomo, Francesco Moretti, 38 anni, con precedenti per furto e altri reati, guidava con la patente sospesa da maggio e sotto effetto di alcolici e stupefacenti: i relativi test avrebbero dato risultati positivi.

Secondo quanto ricostruito, le due ragazze appena scese da una Panda noleggiata per prestare soccorso, sono riuscite ad arrivare al centro della carreggiata sull’autostrada Roma-L’Aquila, nel buio della sera. Hanno urlato ai feriti di un tamponamento incastrati in auto: “Can I help you?” (Avete bisogno di aiuto? ndr.). Poi la tragedia. Moretti le avrebbe travolte con la Smart su cui stava viaggiando per poi abbandonarla sul ciglio della strada e allontanarsi nel buio tra le campagne. Poche ore dopo è stato però individuato dalle forze dell’ordine e fermato. Gli inquirenti potrebbero contestargli anche il reato di omissione di soccorso.

Le indagini stanno proseguendo per accertare che non ci siano complici che lo abbiano riportato a casa dopo l’incidente andandolo a prendere vicino nel luogo della tragedia. Nell’incidente sono rimasti feriti anche due uomini, trasportati in codice rosso al Policlinico Umberto I e a Tor Vergata, e una donna trasferita in codice giallo al San Giovanni.

Nel pomeriggio di martedì i familiari delle due ragazze sono arrivati a Roma per le procedure del riconoscimento delle salme e per riprendere gli effetti personali lasciati dalle due giovani in un hotel al Tiburtino. Presenti le due sorelle e il fratello di Wibe, insieme con i genitori e il fratello di Jessy e anche altri familiari che sono stati accompagnati in pulmino e con la scorta all’obitorio del Verano.

Le vittime sono decedute sul colpo: una è stata trovata accanto alla Panda, l’altra è stata catapultata sulla corsia opposta. Inutili i tentativi del personale del 118 di rianimarle. Jessy e Wibe erano due amiche originarie delle Fiandre occidentali, vicino al confine con la Francia, e si trovavano in Italia in vacanza. Jessy era cameriera, Wibe chef in un ristorante a Menen, era incinta, come racconta il fratello, disperato: “Aspettava un bambino, era alla sedicesima settimana”.

Le due erano amiche del cuore e sono morte per avere cercato di aiutare tre automobilisti sconosciuti in una Paese straniero. Quel viaggio in Italia era stato regalato a Jessy da un cliente dell’azienda per cui lavorava. Dai social emerge che erano già state a Ferentino, nel Frusinate, e ai Musei vaticani. A Casa Mundo, ristorante in cui lavorava come cuoca, Wibe viene ricordata come “sorridente, l’amica di tutti”.  Si stava diplomando come macellaio professionista. Aveva perso tragicamente i genitori: la mamma sette anni fa per un tumore e il padre lo scorso anno in seguito a un incidente in motorino.

“Quando pensi che il peggio sia giù arrivato, ti succede questo”, ha commentato amaramente Jene, una delle tre sorelle. Jessy Dewildeman lavorava come collaboratrice domestica e amava viaggiare, in Europa e in Africa. Era stata anche a Venezia. Sui social il fratello minore Jason ha postato una foto che li ritrae insieme da bambini.

“Ancora una volta un caso di pirateria stradale”, ha commentato l’avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl Onlus, associazione che si occupa delle vittime di incidenti stradali, “il fenomeno non sembra diminuire nonostante la legge sull’omicidio stradale, perché purtroppo è anche legato alla mancanza di un’educazione stradale che cerchiamo da anni di portare nelle scuole”. “Provo un grande dolore per la morte di Jessy Dewildeman e Wibe Bijls. Roma si stringe al dolore della famiglia per questa atroce tragedia”, aveva scritto su Facebook il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Riccardo Annibali

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