Il suo progetto era quello di vendere la casa di Catania in cui è stata trovata morta, un modo per spezzare ogni legame rimasto con l’ex marito, con la sua famiglia, e rifarsi una vita. Un piano che si è infranto nelle coltellate, almeno quattro, che le ha inferto il figlio di 14 anni.

È la storia, drammatica, dietro l’omicidio di Valentina Giunta, la 32enne catanese uccisa lunedì notte da quel figlio con cui i rapporti erano tesi e logori da tempo. Un adolescente che sarebbe stato ‘plagiato’ dai familiari del padre, recluso in carcere per furti d’auto: proprio al genitore, con cui da anni condivideva solo videochiamate, il ragazzo dedicava messaggi di ammirazione sui social network.

Sei un leone, sarò sempre al tuo fianco”, scriveva il 14enne. E ancora: “Tanti auguri di buon compleanno papà, sei stato il papà migliore, ti amo tanto tanto anche se sei lontano da me ti penso sempre e con il cuore sono sempre vicino a te”, scriveva l’11 aprile scorso

Solo rabbia e risentimento invece per la madre Valentina, rea ai suoi occhi di volerlo strappare a quell’ambiente, a quella casa nel quartiere popolare di San Cristoforo.

Sarebbe stata proprio questa rabbia, al culmine dell’ennesima lite in casa, a spingerlo a prendere un coltello e a sferrargli quattro fendenti alla gola e alle spalle, per poi lasciarla a terra riversa in una pozza di sangue. La Squadra Mobile di Catania ci ha impiegato poche ore a risolvere l’omicidio, rintracciando il figlio di Valentina per strada grazie ai dati del suo cellulare. Nell’appartamento gli agenti avevano trovato anche i suoi vestiti, ancora sporchi di sangue.

Ora il ragazzo è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario, trasferito al centro di prima accoglienza di Catania. A chiamare i soccorsi era stata la stessa Valentina, con le ultime forze: una telefonata alla sorella in cui le raccontava di esser stata aggredita, non è chiaro al momento se facendo anche il nome del figlio.

Un omicidio avvenuto nella casa che Valentina aveva lasciato da alcuni mesi per trasferirsi in un nuovo appartamento affittato a Librino. Forse la 32enne era tornata a prendere delle cose e aveva trovato il ragazzo, poi lo scoppio dell’ennesima lite e l’omicidio.

Sullo sfondo il rapporto teso anche col padre del ragazzo. Valentina lo aveva denunciato per violenze e maltrattamenti, per poi ritirare la querela. Andava regolarmente agli incontri in carcere per accontentare il figlio, ma la situazione si era fatta poi non più tollerabile per la 32enne, intenzionata a cambiare vita. Già oggi il figlio potrebbe comparire davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia.

Redazione

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