La bufera dopo la decisione dell'azienda
“Vaccinatevi, altrimenti trasferiti o niente stipendio”, la nota di Sterilgarda scatena il boicottaggio No Vax
Destinati ad altra mansione o sospesi dal posto di lavoro senza retribuzione. A fare il passo è Sterilgarda, quarto produttore italiano di latte, con sede a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, quasi 400 milioni di euro all’anno di fatturato, con una nota destinata ai suoi dipendenti e fornitori. Nota firmata dal presidente del consiglio di amministrazione Fernando Salzi che esaudisce l’ipotesi avanzata la settimana scorsa da Confindustria. “Dal mese di settembre 2021 – si legge nella comunicazione – a chi risulterà privo di Green Pass per la mancata sottoposizione all’iter vaccinale, verranno attribuite mansioni diverse da quelle normalmente esercitate e tali da escludere rischi di contagio per contatti con altri dipendenti, con erogazione della relativa retribuzione. Qualora la modifica della mansione non sia possibile o esponga altri dipendenti/collaboratori alla medesima situazione di rischio, il lavoratore non verrà ammesso in azienda con sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa”.
Quindi cambio mansione se non proprio sospensione senza più lo stipendio. La nota si riferisce proprio alla somministrazione di un siero anti-covid più che al Green Pass – che si può ottenere anche con un tampone negativo nelle precedenti 48 ore o per guarigione dal covid-19 nei precedenti sei mesi – in quanto cita la “mancata sottoposizione all’iter vaccinale”. L’azienda conta circa 350 lavoratori.
La presa di posizione ha fatto discutere, così come aveva fatto discutere la nota interna di Confindustria svelata dal quotidiano Il Tempo e che ricalcava proprio la decisione di Sterilgarda. Senza Green Pass “il datore, ove possibile, potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione – si leggeva nella mail interna della direttrice Francesca Mariotti ai direttori del sistema industriale – qualora ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dell’azienda”.
La nota
La nota di Sterilgarda spiega anche come sia “convinzione della società che gli strumenti di contenimento della pandemia, in primis i vaccini, siano e saranno fondamentali per evitare la reintroduzione di misure restrittive” e che “la normativa in vigore prevede già, per molte categorie di lavoratori, la somministrazione obbligatoria di vaccini quali quello contro il tetano, contro l’epatite B o il vaccino antitubercolare. A ciò si aggiunga che la sottoposizione alla vaccinazione costituisce anche uno strumento etico di rispetto e tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, oltre che di tutti coloro che si trovano a dover già convivere con situazioni patologiche incompatibili con la somministrazione del vaccino, rimanendo pertanto soggetti esposti al contagio in ambiente lavorativo”. Un legale dell’azienda alimentare ha confermato a Il Corriere della Sera che “non è detto che si debba effettivamente arrivare alla sospensione dal lavoro, ma è una delle opzioni che sono sul tavolo e che verranno prese in considerazione prima di settembre, alla ripresa del lavoro dopo le ferie”.
Il boicottaggio
La nota non ha trovato distratta la galassia di No Vax e No Green Pass che già nel fine settimana e nei giorni scorsi era scesa in piazza a protestare contro l’estensione d’uso della certificazione verde. E alcuni, esprimendo il loro dissenso soprattutto sotto i post dell’azienda sulle pagini social, hanno promesso un boicottaggio dei prodotti dell’azienda: “Dovreste opporvi a questo abominio di lasciapassare degno dei peggiori regimi degli anni trenta! È una vergogna e state pur certi che non comprerò mai più i vostri prodotti!”; “Siete andati oltre non comprerò mai più prodotti vostri e racconterò ad altre persone quello che è accaduto”; “Per me, commercialmente, siete già morti!”; “Per quanto mi riguarda il vostro marchio non finirà più sulla mia tavola”. Alla bufera l’azienda ha replicato con un nuovo comunicato spiegando di “non aver minacciato il licenziamento di nessuno” e che aprirà un confronto con i sindacati e il medico aziendale per mettere in pratica tutte le iniziative in grado di tutelare la salute dei lavoratori e dei clienti. Va sottolineato – oltre ai dati sull’efficacia nel contrasto al contagio e alla malattia grave dei vaccini approvati dalle Autorità sanitarie – l’approfondimento reso noto ieri dall’Istituto Superiore di Sanità: in Italia quasi 99 morti per Covid-19 su 100 dallo scorso febbraio non avevano terminato il ciclo vaccinale.
Il dibattito
Il punto è uno dei più dibattuti negli ultimi giorni, insieme con la situazione nelle scuole in vista del ritorno in classe a settembre, o l’incubo della Didattica a Distanza. In Francia il pass sarà obbligatorio anche per i lavoratori di bar e ristoranti dal primo di agosto ma non è chiaro se chi ne sarà sprovvisto sarà licenziato o meno. Per tornare in Italia, da segnalare la sentenza del n.2467/2021 del 23 luglio 2021 del tribunale di Modena: la sentenza ha infatti stabilito che l’azienda può sospendere dal servizio e dalla retribuzione chi non vuole vaccinarsi contro Covid-19, pronunciandosi sul ricorso presentato da due fisioterapiste di una Rsa assunte da una cooperativa emiliana. Per il giudice “il datore di lavoro si pone come garante della salute e della sicurezza dei dipendenti e dei terzi che per diverse ragioni si trovano all’interno dei locali aziendali e ha quindi l’obbligo ai sensi dell’art. 2087 del codice civile di adottare tutte quelle misure di prevenzione e protezione che sono necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori“. A supporto della decisione, il tribunale cita nella sentenza la direttiva europea che a giugno 2020 ha incluso il Covid tra gli agenti biologici contro i quali è necessario tutelare gli ambienti di lavoro”.
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