Il ragazzo che ha sfidato la piazza No-Vax
“Dicevano che i morti covid non esistono, che li uccidono in ospedale, ma mio padre ha dato la vita per curarli”
Stava passando per caso, con la sua fidanzata, in piazza a Lodi, quando ha incrociato un gruppo di manifestanti, No-Vax e No Green Pass, che protestavano. E Marco Natali, 22 anni, ha deciso di parlare, di dire la sua. Ha parlato tremando e tutto d’un fiato del padre, Marcello, medico morto per le complicanze del covid-19 nel marzo 2020, quando la pandemia era drammatica e ancora un enigma. Uno dei tanti medici (il sindacato FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, ne conta 359) morti nell’esercizio della loro professione.
“Mi hanno molto colpito le frasi di una signora che stava dicendo che i morti di covid non esistono e che le persone sono state uccise in ospedale per mancanza di cure. Mio padre Marcello, da medico di base, ha dato la vita per curare i malati di coronavirus; per me queste erano parole inaccettabili”, ha detto Marco in un’intervista a Il Corriere della Sera. Proprio la provincia di Lodi ha conosciuto il covid-19 prima e più drammaticamente di altre: con il primo contagiato italiano a Codogno nel febbraio 2020 e con la primissima ondata di contagi in quella Lombardia che resta la Regione più colpita d’Italia con 33.818 morti causati dalle complicanze dell’infezione.
Marcello Natali era medico di base, a Caselle Landi. Spesso proprio a Codogno per assistere i malati a domicilio. Lo studente, quasi senza pensarci, mosso da un dovere morale più che dalla rabbia ha testimoniato l’impegno del padre e sfidato una di quelle piazze che questo fine settimana si sono mobilitate contro l’estensione d’uso della Certificazione Verde e contro i vaccini anti-covid – nonostante le evidenze scientifiche stiano provando che i sieri stanno contrastando la pandemia.
“Quasi senza pensarci ho preso la parola e ho esordito così: io ho vent’anni … ed è partito un applauso, ma ho subito chiesto di smettere perché non la pensavo come loro. E ho continuato dicendo che mio padre era un medico, morto l’anno scorso contagiandosi sul lavoro. E di riflettere: se ci fosse stato prima un vaccino lui sarebbe ancora fra noi ma senza vaccino voi non sareste qui oggi. Ho detto queste frasi con la tremarella e tutte d’un fiato, quasi non sentivo le grida e le offese che mi arrivavano contro”. Il gesto di Luca è diventato simbolico, emblematico, e in poche ore ha fatto il giro dei social. Lui ha ricevuto sia offese che insulti e solidarietà e complimenti.
Questo fine settimana sono state migliaia le persone scese in piazza a manifestare contro i vaccini e contro l’uso del Green Pass – esteso dal governo ad attività ed eventi pubblici a partire dal 6 agosto. Ieri la replica in Piazza del Popolo: un flop, meno di mille persone. Altro che le 50mila annunciate. I manifestanti in gran parte del movimento “Ioapro”, di ristoratori ed esercenti, e gruppi estremisti di destra come Forza Nuova. E poi complottisti e scettici vari. Un giornalista de Il Riformista è stato aggredito mentre faceva il suo lavoro: raccontava quella piazza. Altre proteste sono state convocate dal “Comitato Libera Scelta” per domani in almeno 12 città da Roma a Milano, Palermo, Rovigo, Bologna e Trento. L’Ansa scrive che parteciperanno anche i politici della Lega Bagnai, Siri, Borghi e Pillon oltre al fuoriuscito del Movimento 5 Stelle Paragone e l’ex ideologo dei grillini Paolo Becchi.
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