Il massimo della pena. Vadim Shishimarin, il sergente dell’esercito russo di 21 anni accusato di crimini di guerra, è stato condannato all’ergastolo dal distrettuale Solomianskyi di Kiev.

L’accusa nei confronti del ‘soldato bambino’ di Mosca era quella di aver ucciso un civile disarmato su una bicicletta, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa.

La vittima si chiamava Oleksandr Shelipov e aveva 62 anni: secondo quanto riscostruito da Kiev, Shishimarin e altri quattro soldati l’avevano incontrato mentre parlava al telefono pedalando in bicicletta su una strada di Chupakhivka, città nella regione nordorientale di Sumy. Il 21enne sergente russo aveva ricevuto l’ordine di sparare all’uomo perché al telefono, sottolineando il rischio che potesse segnalare la loro posizione all’esercito ucraino.

La misura cautelare fino all’entrata in vigore della sentenza resta la detenzione. La Corte ha respinto le argomentazioni della difesa secondo cui il soldato avrebbe eseguito l’ordine perché era stato impartito da un altro militare di grado maggiore: inoltre il tribunale non ha considerato sincero il rimorso dell’imputato.

Durante il processo, iniziato lo scorso 18 maggio, Shishimarin si era dichiarato colpevole: il sergente aveva inoltre raccontato di essersi inizialmente rifiutato di sparare contro il civile ma di non aver avuto altra scelta quando l’ordine era stato ripetuto con forza anche dagli altri soldati del gruppo.

Al processo era presente anche la moglie di Shelipov, che lo avev trovato morto a terra dopo l’omicidio. A lei il sergente russo aveva chiesto perdono durante il processo tenuto a Kiev.

Una sentenza che vedrà un ricorso in appello. Ad annunciarlo a stretto giro è stato l’avvocato difensore di Shishimarin, Viktor Ovsyannikov, che ha definito la decisione dei magistrati “severa” e “qualsiasi persona equilibrata la contesterebbe“. “Chiederò l’annullamento del verdetto del tribunale”, ha aggiunto dopo l’udienza del tribunale Ovsyannikov.

Poco prima della sentenza si era fatto sentire anche il Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov. L’uomo di fiducia di Vladimir Putin aveva espresso la preoccupazione di Mosca per la situazione giudiziaria di  Shishimarin.

Naturalmente, siamo preoccupati per la sorte del nostro cittadino. Sfortunatamente, non abbiamo l’opportunità di proteggere i suoi interessi sul posto. Ma questo non significa che non prenderemo in considerazione la possibilità di continuare i tentativi attraverso altri canali“, aveva detto Peskov, citato da Interfax. “Il destino di ogni cittadino russo è di fondamentale importanza per noi“, aveva concluso il portavoce del Cremlino.

Redazione

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