Nessun libro più adatto alla settimana santa quanto questo di Mario Valentini, Vangeli nuovissimi (Quodlibet, pp. 143, euro 14,00), riscrittura personale, ironica, sottilmente plurivalente (o se volete intelligentemente relativista) dei quattro Vangeli e anche di alcuni episodi di quelli apocrifi, nonché delle preziose testimonianze di Giuseppe Flavio. Valentini in effetti sceglie non solo e non tanto alcune parabole, certi detti notori di Gesù, ma anche e soprattutto un punto di vista contemporaneo (il libro si apre proprio col Protovangelo di Mario Valentini messinese, scritto nel recente passato) che, senza tracimare nella dissacrazione cretina, racconta piuttosto con totale, compiuta, leggerissima libertà – di scrittura e di coscienza – “storie” che hanno contribuito a formare per millenni la cultura occidentale.

Ed ecco allora il punto di vista di un Gesù che inventa le partite di calcio per far solidarizzare le persone e mantenere una buona forma fisica, necessaria a praticare miracoli e una vita santa (Il vangelo degli allenamenti); il Gesù che adopera similitudini legate al mondo delle piante dimostrando un amore smisurato per la natura – un vangelo dunque vegetariano e ambientalista; il Gesù che ha a cuore, come un medico, le guarigioni poiché “Gli ammalati non andavano beatificati, andavano guariti”; il Gesù che si confronta con Superman (Il vangelo dei superpoteri). Segue poi un Vangelo storiografico che offre una panoramica tanto utile, quanto deliziosa sulle varie “comunità” religiose degli anni di Gesù: farisei, sadducei, esseni, zeloti (in esso appare pure, con una zampata da Stregatto, la citazione della Salome di Wilde). Chiudono quattro fantastici vangeli – tradotti dal siciliano di Pitrè – tra cui mi limito a segnalare gli esilaranti due vangeli del signor Gargano di Bagheria, una presa in giro efficace ed esilarante delle fatiche del povero Simon Pietro, sempre un po’ tonto, un po’ in affanno a imparare le lezioni di un maestro a volte dispettoso, altre crudelmente giocherellone.

Valentini ci racconta tantissimi miracoli: è accaduto forse che, a furia di parlarne, è riuscito a farne uno lui con questo libro originale e acuto. Ironizzare, senza dissacrare; meditare sulle incongruenze della storia del cristianesimo e delle vite quotidiane dei cristiani col tocco sornione – l’audacia del vero gentiluomo siciliano – che consente di esercitare lo spirito critico con mente e cuori completamente aperti («Le fonti non sono molto chiare sulle motivazioni che spinsero Giuda l’Iscariota a tradire Gesù»); sorridere dei continui paradossi dei Vangeli e della nostra fede, mentre il sorriso si spegne in muta amarezza quando si constata che Gesù ha fatto del bene e ha ricevuto del male: «era una fine ingiusta per uno che aveva passato la propria vita a fare del bene al prossimo senza chiedere in cambio alcunché». Non so se Valentini creda. Di certo conosce i Vangeli. I suoi nuovissimi sono un modello possibile per riparlare di Gesù. Andrebbe adottato come libro di testo nelle parrocchie dai catechisti: ci rifugiamo in devozioni stantie, e continuiamo a dimenticare l’incontestabile evidenza per cui «l’età contemporanea prevede un popolo di uomini senza Dio».