Aneddoti, ricordi e opinioni su quanto sta accadendo oggi in Medio Oriente e non solo. Nella lunga intervista rilasciata da Vasco Rossi ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, vengono affrontati numerosi argomenti in vista dell’ennesimo tour estivo del Komandante che nonostante le 72 primavere continua riempire gli stadi di tutta Italia dopo essere stato il primo artista italiano, ad inizio anni ’90, a riempire uno stadio sportivo all’epoca palcoscenico delle grandi star internazionali come Madonna e Bob Marely.

Vasco Rossi e Meloni: “Per decenni ha detto cose assurde”

Vasco spiega che il nome di battesimo è stato scelto da padre Giovanni Carlo, camionista e gran lavoratore che durante la guerra era tre i 600mila internati militari in Germania che si rifiutarono di combattere per il Terzo Reich di Adolf Hitler. Venne salvato da un compagno di prigionia durante un bombardamento: “Gli americani bombardarono il lager, lui cadde in una buca, questo Vasco lo tirò su di peso e papà gli disse: se un giorno avrò un figlio, lo chiamerò come te. Mio padre teneva un diario. L’ho riletto da poco“.

Poi sui temi politici affrontati nel corso dell’intervista il rocker di Zocca definisce la premier Giorgia Meloni “certamente simpatica, adesso sono tutti un po’ innamorati. Ma per decenni ha detto cose assurde, vergognose, irresponsabili. Che non si cancellano”.

La posizione tra Israele e Palestina

Sulla guerra in Medio Oriente Vasco Rossi è netto: “Rifiuto di schierarmi come se fosse una partita di calcio, Israele contro Palestina. Gli ebrei, dopo quello che hanno sofferto, hanno diritto a uno Stato. ‘Free Palestine’ – osserva – è un bello slogan, da anime belle; ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo. E alla distruzione di Israele io mi ribello. Leggo cose superficiali, in cui non mi riconosco; io sono semplice, non facile. Mi hanno dato del sionista, ma io non so neppure cosa voglia dire. So che se mettessi il like a ‘Palestina libera’ mi amerebbero tutti; ma io non sono fatto così. Se avessi voluto piacere a tutti, non avrei scritto C’è chi dice no o Gli spari sopra. Questo ovviamente non mi impedisce di piangere le vittime civili di Gaza, e di criticare i bombardamenti di Netanyahu, che è pure lui una specie di fascista”.

Vasco, la droga, il carcere e la gioia degli altri

Nel corso della sua lunga carriera musicale, Vasco Rossi venne arrestato nel 1984 in una discoteca a Bologna per possesso di cocaina. Nell’intervista ricorda i “cinque giorni di isolamento. Giorni infiniti, minuti lunghissimi. Non passava mai. Cercavo di dormire, mi svegliavo credendo di aver fatto un brutto sogno; infine realizzavo che era tutto vero. Poi altri 17 giorni di galera. Solo De André venne a trovarmi, con Dori (Ghezzi, ndr). Pannella mandò un telegramma. Fu l’occasione per resettarmi. Mi sono disintossicato da solo, senza bisogno di andare in comunità. Dopo la galera sono tornato a casa, a Zocca, e non ne sono uscito per otto mesi. Senza anfetamine non riuscivo ad alzarmi dal letto. E in tanti erano contenti” osserva.

Vasco e la morte

Papà Giovanni Carlo morì alla guida di un camion nel porto di Trieste, in seguito ad un malore. Il figlio Vasco, dopo essere sopravvissuto da giovane, ‘sogna’ invece di morire “sul palco” durante un suo concerto.

Redazione

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