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Vertice Conte-Merkel, sponda tedesca sul Recovery Fund: “Crisi va supera in modo solidale, da Italia straordinaria disciplina”

“Gli italiani hanno reagito con una straordinaria disciplina e pazienza” alla pandemia del coronavirus. Sono le parole di conforto e lode utilizzate dalla cancelliera tedesca Angela Merkel nella conferenza stampa che ha seguito il vertice, durato circa un’ora, tra la leader della Germania e il premier Giuseppe Conte al castello di Meseberg.
LA SPONDA TEDESCA SUL RECOVERY FUND – Al tavolo del confronto le strategie da attuare in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimo, fondamentale per il Recovery Fund su cui il governo Conte ha puntato le sue fiches. “Abbiamo un piano finanziario e dobbiamo portarlo avanti assieme, dobbiamo trovare un accordo sul Recovery Fund”, su cui “c’è l’idea di base della commissione, credo che sia un’idea buona”, e “penso che arriveremo ad un opinione comune” tra i leader europei, ha detto la cancelliera sposando ancora una volta il piano da 750 miliardi che trova d’accordo anche Conte.
La Merkel ha ricordato come al Consiglio europeo ci saranno 27 leader intorno a un tavolo “con un impegno verso l’Ue e anche verso il proprio Paese: l’arte consiste nel gettare dei ponti e ci vuole l’unanimità. E’ una responsabilità di cui siamo tutti consapevoli. Il risultato deve essere adeguato alle aspettative che abbiamo”. Rivolgendosi al presidente del Consiglio, Merkel ha aggiunto che Conte si è dimostrato “proattivo con la sua agenda di riforme”.
CONTE: “CONDIZIONALITA’ IMPRATICABILI SAREBBERO FOLLIA” – Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del Consiglio, che ha ricordato come “la presidenza tedesca coincide con un appuntamento storico di estrema importanza. Abbiamo davanti un negoziato molto difficile, ne ho sempre sottolineato la difficoltà ma ho sempre cercato in modo ambizioso di evidenziare il comune obiettivo: una risposta coordinata all’altezza di una crisi di portata epocale, non imputabile al comportamento di un singolo stato. E’ una crisi simmetrica che ci coinvolge tutti e ci accomuna in un destino di recessione spinta”. Conte quindi avverte che “se non riuscissimo a chiudere, finalizzare questa risposta europea rischieremmo di trovarci in grande difficoltà”.
Tornando sulla proposta del presidente del Consiglio Ue Charles Michel sul Recovery Fund, il piano da 750 miliardi di euro, Conte la definisce “un buon punto di partenza, recepisce il livello di ambizione politica, anche se ci sono alcune criticità, e le affronteremo: l’Italia è per criteri di spesa chiari, trasparenti, non stiamo chiedendo fondi per usarli in maniera arbitrario”. Per le regole di governance del Recovery Fund, “sono favorevole che sia coinvolto il Consiglio europeo, anche se la fase attuativa non sia del Consiglio europeo: non è questo il nostro compito, entrare nel dettaglio” dell’uso di contributi e prestiti, ha aggiunto ancora Conte.
Ma il passaggio chiave è sulle condizionalità nell’uso del Recovery Fund. Conte infatti sottolinea come non sia “nell’interesse di nessuno”, nemmeno “di Paesi che non dovrebbero beneficiare del programma di aiuti perché meno colpiti dalla pandemia”, introdurre “condizionalità impraticabili al punto da rendere di scarso impatto pratico e compromettere l’efficacia di questo programma. Sarebbe una follia, sono criteri di razionalità: significherebbe perdere tutti tempo, rallentare la ripresa europea, che è invece nell’interesse di tutti. Su questo ci troviamo tutti d’accordo”.
IL CASO AUTOSTRADE – Conte in conferenza ha poi toccato il tema più discusso nella politica italiana, la concessione ad Autostrade, rimandando a domani in Consiglio dei ministri “un’informativa”. “Tutti i ministri saranno in condizione di conoscere questo dossier” su cui “c’è necessità di assumere una decisione perché l’incertezza politica non giova né allo Stato né al concessionario”, ha spiegato Conte.
Ritornando sui temi dell’intervista pubblicata oggi dal Fatto Quotidiano, il premier ha ricordato che “se ci sono ponti, e poi questi ponti crollano, dobbiamo saper sanzionare chi ne è responsabile”. “Se c’è stato un problema di inosservanza e inadempimento, la responsabilità ricade sul management, non sulla cittadinanza che deve subire il ricatto di eventuali conseguenze per le decisioni che potrebbero essere prese”, ha aggiunto ancora il premier.
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