Il futuro dell’Ucrainaè nell’Unione Europea“, anche se non c’è ancora una data stabilita, mentre la Russia di Putin “paghi la ricostruzione” post guerra. E’ la sintesi del pensiero di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ribadisce l’appoggio totale al governo di Kiev anche oltre il 2023.

In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, von der Leyen chiama in causa la Cina e la sua forte influenza nel mondo ma, soprattutto, sul Cremlino: “La Cina ha un ruolo importante, sono membri del Consiglio di Sicurezza Onu e questo gli dà in sé una responsabilità: ma inoltre hanno senza dubbio influenza sulla Russia, dunque la Cina deve svolgere un ruolo. Per quanto riguarda la ricostruzione, tutto il mondo è invitato e sarebbe un forte messaggio se la Cina contribuisse”.

Tornando alla ricostruzione post guerra da ‘affidare’ ai russi, von der Leyen chiarisce che destinare alla all’Ucraina gli enormi beni sequestrati agli oligarchi e allo Stato guidato da Putin “non è legalmente una cosa semplice, è molto complessa, i nostri esperti ci stanno lavorando intensamente: ma sono profondamente convinta, dal punto di vista politico, che non è possibile che chi ha commesso questa devastazione e distruzione in Ucraina non contribuisca alla riparazione e alla ricostruzione. Per questo stiamo preparando una proposta legale prima della pausa estiva”.

Sul conflitto in corso spiega che “noi tutti vogliamo la pace e non c’è nessuno che vuole la pace più degli ucraini. Ma abbiamo un principio: nulla che riguardi l’Ucraina senza l’Ucraina. L’Ucraina ha presentato un piano in dieci punti e quello è ciò che noi sosteniamo”. Piano che prevede anche il recupero della Crimea perché l’obiettivo è quello di “che non si finisca per avere un conflitto congelato in parti dell’Ucraina, perché in questo caso nessuno vorrà investire nella regione e c’è sempre il rischio che il conflitto riesploda in qualsiasi momento”.

La Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina organizzata a Londra “è un forte messaggio politico” e conferma che la comunità internazionale è coinvolta “a lungo termine, per tutto il tempo che ci vorrà”. La presidente della Commissione europea aggiunge: “C’è una promessa di sostegno oltre il 2023, infatti ho proposto agli Stati membri della Ue di destinare 50 miliardi di euro per l’Ucraina. Ma siamo qui anche per riparare le cose mentre la guerra è in corso, per aiutare l’Ucraina a continuare a far funzionare la sua economia”.

“Per esempio – sottolinea – abbiamo riparato la rete elettrica ucraina che Putin ha fatto di tutto per distruggere, e che ora funziona di nuovo. Riparare mentre la guerra e’ in corso e’ altrettanto essenziale”.

Oltre all’Ucraina, anche Moldavia e Balcani occidentali saranno membri dell’Unione Europea: “Dobbiamo pensare, come Unione europea, a cosa somiglierà una Ue allargata: abbiamo già cominciato a pensarci, perché non parliamo solo di Ucraina ma anche di Moldova e Balcani occidentali. Possiamo immaginare che fra 20-30 anni questa regione non sia parte dell’Unione europea? In quel caso, sarebbe sotto l’influenza russa, o cinese: è davvero quello che vogliamo? Questa guerra è un momento che fa da spartiacque: la regione deve essere parte dell’Unione europea, altrimenti avremo un problema. Non è possibile che Ucraina e Balcani occidentali non diventino membri della Ue” precisando, tuttavia, che “non c’è un calendario preciso”.

Redazione

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