Il tour della leader
Il viaggio di von der Leyen nei Balcani, tranquillizzare la regione ed evitare nuove tensioni tra Serbia e Kosovo
La presidente della Commissione Ue ha compiuto il viaggio nei Balcani occidentali per dimostrare la vicinanza di Bruxelles
Macedonia del Nord, Kosovo, Montenegro, Serbia, Bosnia ed Erzegovina. Negli ultimi giorni Ursula von der Leyen ha girato praticamente tutti i Paesi dei Balcani Occidentali. In Albania, la presidente della Commissione si era recata solo qualche settimana fa. L’obiettivo principale è stato quello di dimostrare la vicinanza dell’Unione Europea alla regione. Il viaggio è ormai diventato abituale, ma questa volta è particolarmente rilevante perché precede di pochi giorni la pubblicazione del Pacchetto Allargamento da parte proprio della Commissione, in cui sono previste novità sul processo e sui mezzi per accelerare l’integrazione comunitaria.
Gli aiuti annunciati da von der Leyen
D’altronde, tutti e sei i Paesi visitati di recente da von der Leyen aspirano a entrare nell’Ue. I sogni europeisti dei Balcani occidentali sono però bloccati dalla mancanza di riforme volte a modernizzare i Paesi e i loro apparati sociali, economici, giudiziari e amministrativi. La presidente della Commissione ha annunciato il sostegno europeo alla regione con nuovi investimenti dal valore di sei miliardi di euro. Non a caso, però, il pacchetto di aiuti, tra prestiti e sovvenzioni, sarà condizionato all’adozione di cambiamenti strutturali. L’obiettivo è comunque stimolare la crescita economica nella regione e per farlo von der Leyen ha preannunciato l’apertura di alcuni settori del mercato dell’Ue ai Paesi candidati.
Le tensioni tra Serbia e Kosovo
La leader europea ha poi dedicato attenzione allo scontro tra Serbia e Kosovo, esortando entrambi a fare passi avanti verso una distensione: Pristina deve accettare di creare l’Associazione dei Comuni serbi, mentre Belgrado deve “riconoscere de facto il Kosovo”. Sono le condizioni di base date a Serbia e Kosovo per compiere passi avanti verso l’integrazione europea. Intanto, proprio Belgrado ha confermato le elezioni anticipate, che si svolgeranno il prossimo 17 dicembre. Il presidente Aleksandar Vucic vuole mantenere il potere, ma diversi partiti e movimenti delle opposizioni si presenteranno uniti per provare a dare un nuovo volto alla Serbia.
Le preoccupazioni dei Balcani
Il tentativo di normalizzare – senza però forzare la mano – la situazione tra Kosovo e Serbia è indice della volontà di Bruxelles di evitare lo scoppio di nuovi focolai a ridosso dell’Unione Europea. La guerra in Ucraina e l’escalation in Medio Oriente hanno già contribuito a minare la forza e la stabilità dell’Ue, un ulteriore conflitto ai propri confini potrebbe finire per travolgerla. Tra l’altro, l’attacco russo a Kiev ha causato preoccupazioni tra i Paesi dei Balcani occidentali, non solo per le rispettive sicurezze interne. Se da una parte l’aggressione russa ha aumentato le attenzioni europee verso l’ipotesi di un nuovo allargamento, dall’altra ha infatti creato il timore tra le capitali della regione balcanica di essere scavalcate dall’Ucraina, dalla Moldavia e anche dalla Georgia nella corsa all’adesione. Proprio per questo, Von der Leyen ha cercato di rassicurare le nazioni visitate negli ultimi giorni. L’Ue è vicina, sempre senza esagerare però.
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