Noi non sappiamo quando e come finirà questa guerra in Ucraina. Quello che è certo è che finché non finirà non si troverà un equilibrio in Europa e nel mondo, l’hanno capito perfino i cinesi. C’è però una situazione strana e che riguarda già il dopoguerra e che vi posso già raccontare. Il fatto che lo testimonia è che nessuno ha intenzione di dire a Zelensky “guarda che noi al G20, i 20 Paesi più importanti del mondo ci siamo messi d’accordo, di tornare al Minsk 2 ma bisogna finire questa terribile guerra”.

Nessuno ha avuto il coraggio di dirlo e lui si muove senza controllo. Allora mi è venuta in mente un altro personaggio, che fece esattamente la stessa cosa: penso a Saddam Hussein. Che faceva Saddam? Poco e nulla finché gli americani non l’hanno riempito di armi e gli hanno detto “fai la guerra all’Iran”, una guerra terribile con milioni di morti, iraniani e iracheni, una guerra dove si usavano i gas. Una guerra con milioni di morti. Con queste armi Saddam costruì un esercito potentissimo che diventò un pericolo vero per tutto il Medio Oriente.

Furono gli stessi Paesi Arabi a dire “questo lo avete costruito voi, ora ce lo dovete levate di torno”. Saddam fece un esercito, armato fino ai denti, la famosa Brigata repubblicana di Saddam, entrò nel Kuwait con l’intenzione di entrare anche negli altri Emirati. A questo punto i paesi arabi dissero agli Stati Uniti di fermarlo e depotenziarlo.

Ora, quello che voglio dire, Zelensky con tutte le armi che ha avuto – perché quello è il problema fin dall’inizio, ossia che abbiamo messo delle armi in un punto dell’Europa che può terrorizzare anche i vicini, anche i polacchi, gli ungheresi, si forma una truppa d’élite senza il controllo né della Nato né nostra, né degli americani (Biden è dovuto intervenire tre volte per ricordargli che vogliamo fare la pace).

Questo è il vero problema del dopoguerra, questa forza armata importante, micidiale, che ha Zelensky, è una forza che potrà essere riportata a casa al mondo civile anche dopo un accordo internazionale oppure no? Perché questo è il vero pericolo per il prossimo futuro.

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Direttore editoriale di Riformista.Tv e TgCom