Manca ancora l’ok delle Regioni, ma il governo ha deciso di sposare la linea dura su spostamenti e divieti durante il periodo delle festività natalizie. Dalla riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione della maggioranza è infatti uscita fuori come vincente la posizione del ministro della Salute Roberto Speranza, accompagnata in questa ‘battaglia’ dal collega Francesco Boccia e Dario Franceschini.

L’accordo trovato prevede la zona rossa nei giorni festivi e prefestivi, arancione negli altri. Cosa significa? Una situazione simile al lockdown il 24, 25,26,27 e 31 dicembre, più il periodo che va dal primo al 3 gennaio e il 5 e 6 gennaio. Restano escluse come date, che resteranno quindi come zona arancione nazionale, il 28, 29 e 30 dicembre e 4 gennaio. In tutto ci saranno 10 giorni di lockdown totale mentre altri 4 saranno di parziali chiusure.

Un vertice particolarmente teso, soprattutto tra il presidente del Consiglio Conte e l’ala più rigorista dell’esecutivo (e della maggioranza). Il premier per giorni ha cercato di ottenere misure più blande e soprattutto una zona rossa più corta, opponendosi alle richieste di estenderla oltre il 3 gennaio: uno scontro che si è risolto con la vittoria del ministro Speranza, da sempre a favore di divieti rigidi.

Secondo quanto appreso dalle agenzie di stampa, nel corso del vertice di governo Speranza ha ricordato ai colleghi che l’indice Rt questa settimana ”sale da 0,82 a 0,86” e per questo “è necessario, per arginare la risalita dei contagi, disporre dal 24 dicembre al 6 gennaio la zona rossa in tutta Italia nei giorni festivi e prefestivi e la zona arancione nei giorni lavorativi”.

Nei giorni prefestivi e festivi (quindi anche nei giorni ‘rossi’) è possibile ricevere nella propria abitazione due persone (non compresi i minori di 14 anni, persone disabili o non autosufficienti) oltre ai conviventi. Lo spostamento sarà possibile solo una volta al giorno. Insomma non si potrà andare a trovare più di un solo ‘parente’ o amico durante le festività e chi violerà le restrizioni incapperà in una sanzione da 400 euro a mille euro e, nel caso di attività commerciali, la chiusura da 5 a 30 giorni.

Secondo quanto emerso dal vertice, durante i giorni di zona arancione sarà possibile uscire dai piccoli Comuni (sotto i 5mila abitanti), ma entro un raggio di 30 chilometri. Nessuna possibilità invece di spostarsi verso i Comuni capoluogo, anche se si trovano anche il raggio di 30 chilometri. Nei giorni feriali saranno chiusi bar e ristoranti, mentre resteranno aperti gli altri negozi.

Nei giorni di zona rossa sarà vietata la circolazione (salvo motivi di salute e lavoro) e servirà l’autocertificazione per potersi muovere, con bar, ristoranti e negozi costretti ad abbassare le saracinesche.

Nella bozza del decreto non c’è traccia di un anticipo alle 20 del coprifuoco. Nell’articolo che consente la visita a due non conviventi l’orario da rispettare è fissato “fra le ore 05,00 e le ore 22,00”. Nel corso della riunione tra Conte e i capi delegazione della maggioranza si era parlato di anticipare la misura di due ore rispetto a quanto previsto dal Dpcm attualmente in vigore.

Decisioni che verranno discusse in un confronto con le Regioni e che poi verrà portata in Consiglio dei Ministri previsto alle 18. Questa sera quindi la conferenza stampa del presidente del Consiglio per illustrare agli italiani le misure prese.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia