“Qui non c’è mai stata una spiaggia, ora ce n’è una bella grande. Alle persone piace tanto ma non hanno capito che non è un buon segno”. Sono queste le parole di una 35enne che ha sempre vissuto a Pozzuoli. Con il suo bambino è scesa in spiaggia sul lungomare di Pozzuoli a prendere il sole. Ma quella spiaggia prima non c’era. O meglio non era ampia e spaziosa come lo è oggi. Negli ultimi mesi il livello del mare è sceso sempre di più tanto che nella darsena al centro di Pozzuoli le barchette dei pescatori sono quasi arenate. Questo si aggiunge anche che i terremoti sempre più spesso fanno saltare dalle sedie i puteolani e anche gli abitanti di Bagnoli, Fuorigrotta, Quarto e Pianura. Tra bassa marea, bradisismo e terremoti, cosa sta succedendo nei Campi Flegrei?

“Qui siamo nell’area vulcanica dei Campi Flegrei, che non è un vulcano centrale come il Vesuvio, ma qui tutte le collinette sono degli antichi vulcani – ha spiegato Giuseppe de Natale, ricercatore dell’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia – Il Vesuvio non c’entra nulla perché sta proprio da un’altra parte. Questa è un’area dove un’eruzione vulcanica futura può avvenire in un raggio di circa 3 km attorno a Pozzuoli. Come ricercatore non credo che questi episodi (terremoti o il livello basso del mare, ndr) preludano ad un’eruzione vulcanica”.

Ed è proprio questa la paura che affligge maggiormente gli abitanti della zona, visto l’intensificarsi di terremoti che nei giorni scorsi sono arrivati anche a un’intensità di 3.5. De Natale da oltre 35 anni studia a fondo la zona e sostiene che la paura attualmente è immotivata. E spiega perché il livello del mare si è abbassato così tanto negli ultimi mesi. “Ci sono due fattori fondamentali – dice il ricercatore – Il primo è un fattore transiente, quello mareale. Nei periodi di bassa marea ovviamente c’è un maggiore insabbiamento”. Ed è questo un periodo in cui normalmente ci sono le basse maree.

Poi c’è il bradisismo, “il fenomeno del sollevamento del suolo – continua De Natale – Dal 1984 al 2005 il suolo si era abbassato di 90 cm circa. Adesso abbiamo recuperato quasi totalmente, manca circa un centimetro a quella quota”. Pescatori e abitanti di Pozzuoli però non hanno potuto fare a meno di notare che il livello del fondale del mare sembra ancora più alto, c’è ancora meno acqua rispetto a quanto successe nel 1984. Cosa che si nota particolarmente nella Darsena, meglio conosciuta come “’o Valione” e sul lungomare di Pozzuoli.

“Questo dipende dal fatto che proprio perché c’è stato un abbassamento di circa 90 centimetri, nella zona la sedimentazione è aumentata in questi anni e quindi al bradisismo si è aggiunto anche un livello di sedimenti maggiore e che quindi ha portato il suolo ancora più alto di quello che era il fondale della Darsena”, spiega De Natale.

E perché la terra sta tremando sempre più spesso nei Campi Flegrei? “I terremoti i quella zona avvengono esclusivamente quando c’è sollevamento del suolo – chiarisce il ricercatore – Sappiamo che dal 2005 a oggi c’è un fenomeno di sollevamento del suolo continuo, con tassi di sollevamento molto più bassi di quelli enormi che abbiamo visto negli anni ’80. Dall’ ’82 all’ ’84 ci furono picchi di sollevamento di un metro all’anno. Ora siamo a un sollevamento di 15 centimetri all’anno circa. La differenza è che all’epoca il fenomeno durò due anni e mezzo, ora sta durando da 17 anni”.

Cosa sta succedendo nel sottosuolo? “Quando il suolo si solleva vuol dire che c’è una sorgente di pressione – continua De Natale – Questa sorgente di pressione mette le rocce sotto sforzo e queste producono terremoti. Già dal 2017 abbiamo scritto e pubblicato su riviste scientifiche che finchè il suolo si sollevava, la sismicità poteva soltanto aumentare. Quando saremmo arrivati a livelli superiori a quelli dell’ 84, e ormai ci siamo molto vicini, la sismicità sarebbe diventata simile o addirittura superiore a quella dell’ ‘84. Oggi praticamente ci siamo quasi arrivati perché l’ultimo terremoto era di magnitudo 3 e mezzo, nell’ ’84 e ’83 avemmo magnitudo massime di 4.2”.

C’è da temere per questi terremoti? “Anche se giustamente spaventano le persone, non sono terremoti distruttivi, anche ne 1984 i terremoti di magnitudo massima non distrussero edifici, provocarono al massimo piccoli danni”. Istituti come l’INGV e la Protezione Civile vigilano attentamente su questi fenomeni per cui non c’è da temere. Esiste anche un piano di emergenza per far fronte a tutte le evenienze.

“Il piano di emergenza dei Campi Flegrei che è simile a quello del Vesuvio è costituito da 4 livelli – spiega ancora De Natale – Il livello base, verde, quando l’attività del vulcano è assolutamente nella norma. Quando ci sono delle osservazioni particolari che non sono del tutto normali, si assegna il livello giallo. Oggi i Campi Flegrei sono a livello giallo. Poi se i fenomeni anomali sono molto evidenti, sii passa al livello arancione, quello di preallarme. Infine il livello rosso, l’allarme totale. Se si dovesse arrivare a questo, speriamo mai, l’area rossa corrispondente a quel vulcano, deve essere evacuata in tre giorni perché si presume che ci possa essere un’eruzione con grande probabilità. Questi livelli vengono stabiliti dalla Protezione Civile e dalla Commissione Grandi Rischi basandosi sui dati degli istituti di ricerca e in particolare dell’ INGV”. “Tutto quello che le ho detto lo dico come ricercatore che da 35 anni si occupa di questa zona, non parlo a nome del mio istituto. Ma è la mia personale convinzione come ricercatore che conosce bene questi fenomeni”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.