Come è tradizione nel giorno delle elezioni, i giornali diventano improvvisamente degli strumenti di informazione oggettivi, asettici. Fino a ieri sono stati strumenti faziosi, di propaganda e agitazione, alzando i livelli delle polemiche, deformando i temi in campo senza fare nessuno sforzo per mettere al centro della campagna elettorale l’Europa. Oggi sono diventati un po’ tutti, o quasi, agnellini, con titoli che grondano retorica e invitano a votare contro l’astensionismo che i media stessi hanno provato ad alimentare.

Al voto dopo il Qatargate, l’assalto fallito dei pm

Tra i titoli al miele dei quotidiani di oggi, si discosta il Dubbio che ci ricorda una vicenda che occupò per giorni e giorni le cronache dei giornali, prima di finire nel dimenticatoio: Qatargate, l’assalto fallito ai pm dell’Europarlamento. L’inchiesta nata un anno e mezzo fa, e che sembrava voler rivoltare come un calzino l’intera istituzione europea, non va avanti. I pm belgi la nascondono e si avvia a diventare un gigantesco flop dopo aver rovinato diversi politici.

Ecco ancora una volta la dimostrazione di come si distrugge la credibilità delle istituzioni. La responsabilità, in primis, non è dei magistrati ma dei mezzi di informazione che lavorano in maniera ossessiva su queste notizie. E noi cittadini, noi utenti, noi lettori ci beviamo con piacere sadomasochistico tutte le notizie che riguardano le colpe o le presunte colpe degli altri esseri umani come noi.

Lollo leader opposizione, Salvini e la disperata visibilità

Tornando al voto, altri giornali fanno riferimento alle ultime polemiche, a partire dal ministro Francesco Lollobrigida “e il portavoce antisemita“, dimessosi per dichiarazioni fatte in una chat anni fa. Il Fatto fa un titolo divertente: “Al voto con Lollobrigida, leader dell’opposizione”. L’altro protagonista è stato Salvini che ha polemizzato contro tutti, soprattutto contro il presidente francese Macron, per conquistare ultimi brandelli di visibilità.