Il profilo
Alessandra Mao, l’agonistica iniziata a 9 anni e il motto di Kung Fu Panda: “Mi piace sfidare me stessa. Dorso? Alleno anche quello”

“Ti preoccupi troppo per ciò che era e per ciò che sarà. C’è un detto: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente”. Soltanto pochi mesi fa Alessandra Mao, stella nascente del nuoto italiano, citava il cartone Kung Fu Panda per concentrarsi di più sulla quotidianità. Classe 2011, con gli esami di terza media da dare a giugno, non voleva guardare troppo avanti. Sei mesi dopo sarebbe diventata la nuova campionessa italiana nei 200 stile libero, la distanza benedetta da Federica Pellegrini, che alla sua età un tempo simile ancora non lo nuotava. “So che Federica Pellegrini è esplosa dopo – ha detto a Rai Sport – il mio obiettivo era qualificarmi per gli Europei Juniores, invece in finale è arrivato un tempo a cui non avrei mai pensato”. Si era presentata con un 2’01″31, poi migliorato in batteria a 2’00″53. Polverizzato in finale con un 1’58″86 tra lo stupore generale.
Alessandra Mao, l’agonistica iniziata a 9 anni
Veneziana, tesserata per il Team Veneto e allenata da Andrea Franconetti, Mao ha sempre fatto solo nuoto, iniziando gli allenamenti in agonistica a nove anni, negli ‘Esordienti B’. Prima di lei, suo fratello maggiore . Già un anno fa, sotto la guida di Mattia Santi, è esplosa ai Criteria, i campionati italiani giovanili di Riccione con sette medaglie d’oro, un bronzo e quattro record della manifestazione. Lavora anche sulle distanza più lunghe, fino agli 800 metri – come logico alla sua età – e ad Oasport raccontava anche di non escludere il dorso: “Di sicuro non è lo stile in cui mi esprimo meglio, anche se ultimamente lo sto allenando molto visto che faccio fatica”. Lo diceva soltanto lo scorso ottobre, parlando di divertimento negli allenamenti con la sua squadra a Preganziol composta anche da ragazzi più grandi: “Quando devo fare un lavoro di una certa intensità do il 100%, mi piace sfidare me stessa e stimolarmi con in miei compagni, di solito non mi alleno da sola”. E ammetteva di pensare ad un futuro da nuotatrice: “Ma resto concentrata sul presente”.
E ieri quando le è stato chiesto, intervistata da Rai Sport, cosa cambierà ora con il titolo italiano dei 200 al collo ha risposto con la schiettezza e la spontaneità di una 14enne: “Niente, continuo a lavorare”. Cosa volete che cambi per chi non guarda a ciò che sarà?
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