Il portavoce del ministero degli Esteri sul caso della 30enne romana
Alessia Piperno, la mano dura dell’Iran sugli arresti: “Gli stranieri devono rispettare le nostre leggi”
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha rilasciato un messaggio in merito agli stranieri arrestati negli ultimi giorni di proteste – esplosi dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, in detenzione e in circostanze ancora da chiarire – che è anche un messaggio inevitabilmente rivolto anche ad Alessia Piperno, la 30enne romana arrestata la settimana scorsa.
I cittadini stranieri che si trovano in Iran per turismo o per affari devono rispettare le leggi del Paese, ha detto Nasser Kassani. “Le indagini continuano e le rispettive ambasciate e i cittadini stranieri vengono informati degli ultimi sviluppi. L’Iran è un Paese sicuro per tutti i viaggiatori stranieri, nessuno verrà disturbato. Ma devono rispettare le nostre regole“.
Piperno è stata arrestata il 28 settembre. La notizia si era diffusa dopo i post sui social del padre che aveva ricevuto una telefonata da un carcere da parte della figlia: “Mi hanno arrestata. Aiutatemi, vi prego”. Il canale diplomatico è stato aperto subito e l’ambasciatore Ettore Sequi aveva lanciato un appello “affinché si limiti il clamore mediatico che certamente non facilita il lavoro per ottenere il rilascio della nostra connazionale”.
La situazione è incandescente in Iran per via delle proteste esplose in tutto il Paese dopo la morte della 22enne curda Masha Amini, fermata a Teheran perché non indossava correttamente il velo e morta lo scorso 16 settembre durante la detenzione. Il Paese è percorso da settimane da scontri e manifestazioni che hanno causato vittime e portato a fermi. Piperno aveva parlato in alcuni suoi post della situazione schierandosi dalla parte dei manifestanti. Il suo account Instagram le era stato bloccato due volte in un mese e mezzo.
Si troverebbe nella prigione di Evin, nella capitale iraniana, dove vengono ristretti i detenuti politici e i dissidenti. Il ministero degli Esteri non aveva confermato la notizia. Piperno si dedicava a viaggiare da sette anni, era arrivata in Iran circa tre mesi fa, durante la sua permanenza aveva prodotto numerosi video, contenuti, foto, post e alloggiava in un ostello. Alcuni contenuti sui social erano dedicati alle proteste esplose in Iran.
Il 30 settembre il ministero dell’Informazione della Repubblica Islamica aveva annunciato l’arresto di nove cittadini da Germania, Polonia, Italia, Francia, Olanda e Svezia, “arrestati sul luogo dei disordini o dietro le quinte della cospirazione”. Le autorità italiane puntavano a un provvedimento di espulsione per accelerare le operazioni di rimpatrio.
Dopo le parole del portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kassani il padre di Alessia Piperno ha detto all’Ansa che non gli risultava che la figlia stesse partecipando a quelle manifestazioni. “Sulla situazione di Alessia purtroppo non ci sono novità. In questo momento ovviamente preferiamo il silenzio“.
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