Credo che uno dei modi più divertenti per passare il tempo in questa stagione di arresti domiciliari sia andare a vedere i notiziari degli altri Paesi, basta avere una parabola e il decoder. Per poi assaporare il piacere di tornare sulle nostre emittenti e ridere senza che ci sia davvero molto da ridere. Ma bisogna pure ammazzare il tempo, specialmente quello della nostra era virale. Dal confronto con le altrui News , Talk show inclusi, è più facile apprezzare il fatto che le nostre emittenti, effettivamente, emettono. In senso proprio: gemono, essudano, secernono, spurgano ed emettono.

Emettono prediche, essudano emozioni da quattro soldi, diffondono predicazioni politiche e pro e (molto meno) anti governative, tanto che sembra di essere in una Repubblica fondamentalista. Ed ecco infatti che il più laico di tutti, pare proprio il Papa. Io non sono un papista di questo papa, ma comincio ad apprezzarlo. Ha un body language calmo e ci ha fatto tenerezza mentre avanzava come un onesto scarabeo leggermente oscillante per il peso del suo corpo e dei suoi anni, su quella piazza San Pietro vuota e lucida di pioggia. Fa delle prediche, non si può negare, ma tutte accettabili.

Persino Elisabetta seconda – di cui siamo segretamente invaghiti per i filmati del 1946 che la mostrano mentre gioca a palla prigioniera con la sorella e gli eccitati marinai su una nave da guerra in rotta per l’Africa – vestendo ora di giallo canarino, ora di verde appassito, ma anche di un nero coleottero, parla ai sudditi con la stessa vocina ordinata senza esitazioni né sbavature emotive che aveva usato alla radio da bambina quando il governo di Winston Churchill prese la decisione di togliere i bambini alle famiglie di Londra e spedirli in treno in località sicure.

Allora, la piccola Elisabetta aveva espresso alla radio la sua calma solidarietà alle famiglie costrette a dividersi. E per questo oggi, la straordinaria regina si è di nuovo rivolta al suo popolo ricordando esattamente quel preciso evento: oggi dovete separarvi dai vostri padri e nonni per proteggere la loro vita, così come durante la guerra i bambini furono separati dai genitori, affinché fosse protetta la loro. Tradotto: “Dobbiamo accettare oggi la separazione nelle famiglie così come la accettammo durante la guerra quando ero una bambina e ve lo chiedevo come ve lo chiedo oggi”.

Un messaggio forte e pacato. Da noi non si usa. I messaggi devono essere lacrimosi come un parmigiano di vent’anni, sprizzare eccellenza, perché anche mentre ci esponiamo nelle condizioni più tristi e perdenti, continuiamo a darci dell’eccellenza a vicenda. E naturalmente questa maledetta pandemia ha fatto polpette di quel che restava della comunicazione in lingua italiana che nelle nostre News: ha imbarbarito e perfezionato il bipolarismo tra leccaculismo governativo e l’ingiuria isterica ripetitiva.

Manca del tutto un teatro televisivo in cui vada in scena lo spettacolo dello scontro fra le idee opposte. Non esiste. Nessuno è disposto ad ascoltare una posizione diversa dalla sua senza dare segnali di insofferenza, furia, o senza sovrapporsi a gran voce. Credo che alcuni di voi lettori stiate covando la domanda corretta, cui io risponderò scorrettamente. La domanda corretta è: per favore, fai nomi e cognomi, indica le trasmissioni, nomina i membri delle varie compagnie di giro che si alternano nelle diverse testate. La risposta scorretta è che non lo farò nella presunzione che a questo vuoto possiate rimediare voi lettori con una certa facilità. Vedete, è inutile aprire polemiche che non portano da alcuna parte. Una delle cose più adorabili del nostro Paese e anche del sistema linguistico televisivo ad esso connesso, e che noi italiani ci piacciamo molto così come siamo lascia perdere se di destra o di sinistra. Purtroppo questa è una qualità che pochi ci invidiano, tranne noi stessi.

È cresciuta una generazione di conduttrici, generalmente belle e intelligenti, e di anchorman, ai quali non frega una cippa di ciò che dicono gli ospiti, perché hanno una scaletta scritta dalla Gestapo in cui a quel minuto preciso ti devono far vedere un “contributo” girato in qualche posto sfigato e che non c’entra niente con quello che si sta dicendo. Ma hanno imparato a memorizzare le ultime due o tre parole dette dall’ospite per riversarle sul successivo, mentre quello che stava parlando prova l’eccitante sensazione di un ostaggio in tuta arancione cui da dietro qualcuno abbia tagliato la gola con un grosso coltello.

Tutti hanno imparato, ancor prima del Corona virus che ha comunque rivoluzionato il presente e il futuro, che non si deve mai dire “sì”, ma “assolutamente sì”. Pippo, sei d’accordo? “Assolutamente sì”, fa Pippo dalla piazza di Bruzzino Inferiore. I conduttori solo raramente seguono quel che dicono gli ospiti perché non pensano che sia loro compito farlo e hanno quasi sempre qualcos’altro per la mente. Gli ospiti delle compagnie di giro – le individuate subito cuius regio eius religio, secondo la rete e il main stream – si laureano presto in leccaculismo reciproco, un’arte che consiste nel premettere una serie di saluti e festosi apprezzamenti per tutti i presenti, usando quel sistema che la natura usa per proteggere i cuccioli: i cuccioli, anche di una scolopendra, sono sempre così carini che non li vorresti ammazzare. Mi rendo conto di fornire con queste banali riflessioni gli strumenti per un gioco di società familiare per le serate davanti ai telegiornali virali e tutti gli altri talk.

A meno che non parli uno scienziato. In Italia è stato inoculato un siero paralizzante del cervello, emanato direttamente dallo schermo, che impedisce di concepire sia pure il pensiero che un tizio presentato come virologo, epidemiologo, ma anche esperto di solo colon o di lobi dell’orecchio, possa essere un deficiente. Il siero è paralizzante e il nuovo linguaggio televisivo ha decretato che la scienza non è una attività di ricerca viva e intelligente, fatta di ipotesi e di verifiche e di errori e di correzioni, ma che è invece un Tabù di fronte al quale ci si può solo sdraiare adoranti e penitenti.

Così, fra tanti esimi ricercatori di qualità, vengono esposti in tabernacolo televisivo anche una discreta quantità di esimi cialtroni. La gente è invitata ad adorare, in attesa che compaia il signor Primo Ministro gratta-e-vinci della storia il quale si produce in lezioni di ipnotismo e quando deve pronunciare parole con troppe consonanti le agglutina in un mormorio. Scusate, non ho fatto nomi, ma li potete scrivere a matita a piè di pagina per passare nuove straordinarie serate Covid-19, sezione News e dintorni.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.