Mama Africa
Le rivendicazioni della minoranza anglofona
Ambazonia, rischio guerra civile in Camerun tra rapimenti e infiltrazioni jihadiste
Molto spesso la creazione dei moderni stati africani è stata decisa dalle ex potenze coloniali che hanno stabilito a tavolino i confini, tracciando delle linee che dividevano popoli che avevano condiviso la propria storia. La ricetta per la composizione dell’attuale continente africano non ha tenuto conto di lingue, religioni o tradizioni, ma soltanto del mantenimento dell’influenza degli ex colonialisti.
Così il Camerun, fino alla prima guerra mondiale colonia della Germania e poi passata alla Francia, si è visto assegnare quello che veniva chiamato Camerun Britannico, una striscia di terra angolofona che avrebbe invece preferito aderire alla Repubblica Federale di Nigeria.
Negli anni il rapporto con il paese francofono e di cultura francese è sempre stato più complicato e dall’ex Camerun Britannico, chiamato Ambazonia dalla baia di Amba, sono piovute accuse al governo camerunense di ghettizzare la popolazione dell’Ambazonia. Il Camerun Britannico ottenne l’indipendenza nel 1961 quando votò un referendum, organizzato dalle Nazioni Unite, per entrare a far parte della Repubblica del Camerun. L’idea però era quella di una federazione che garantisse ampia indipendenza agli anglofoni come stabilito anche in una risoluzione delle Nazioni Unite dello stesso anno.
Questo però non è mai avvenuto e dalla presa del potere da parte del presidente Paul Biya nel 1982 le cose sono peggiorate. Le proteste nelle regioni sud-occidentali sono iniziate nel 2016 e nel 2017 c’è stata la dichiarazione unilaterale della nascita della Repubblica Federale di Ambazonia che non ha però ottenuto il riconoscimento internazionale.
I separatisti, riunitisi sotto il nome di Southern Cameroon National Council (SCNC), hanno iniziato una resistenza armata all’inizio del 2018, dopo l’arresto del leader Sisiku Ayk Tabe. Le milizie ambazoniane di autodifesa guidate dal presidente Samuel Sako Ikome si sono scontrate con l’esercito regolare camerunense e questo conflitto ha già causato la fuga di migliaia di profughi arrivati nei campi della vicina Nigeria.
Il fattore scatenante sarebbe stato l’arrivo di insegnanti di lingua francese per i bambini anglofoni che secondo il governo di Yaoundè avrebbero dovuto parlare soltanto francese. I miliziani separatisti delle Forze di Autodifesa dell’Ambazonia (ADF) hanno iniziato una guerra a bassa intensità con l’esercito del Camerun che ha lasciato sul campo fra militari e civili quasi 4000 morti e 700mila sfollati. Gli ambazoniani compiono anche rapimenti nelle regioni occidentali, compresi europei e anche cinque italiani poi rilasciati nel 2018.
Gli scontri restano quasi all’ordine del giorno, soprattutto nelle zone interne, mentre la fascia costiere vive una specie di tregua armata. Il governo di Paul Biya ha dichiarato all’Assemblea delle Nazioni Unite che la situazione nelle regioni anglofone, dove vive circa il 20% della popolazione totale, è sotto controllo, ma serve una trattativa vera e sotto l’egida internazionale. Il Camerun è un paese importante per gli equilibri del Golfo di Guinea e affronta infiltrazioni jihadiste nell’estremo nord. Una guerra civile deve essere scongiurata e l’Unione Africana sta già avviando trattative per trovare una soluzione di pacifica convivenza.
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