È in fase di ‘ridimensionamento’ l’emergenza presso l’ospedale Cotugno di Napoli, dove nella giornata di ieri numerose ambulanze erano rimaste in fila, parcheggiate fuori la struttura sanitaria specializzata in malattie infettive e importante centro Covid del capoluogo campano, con all’interno pazienti positivi in attesa di ricovero.
Questa mattina, come riferisce l’Ansa, erano solo due le ambulanze parcheggiate fuori al Cotugno, entrambe vuote perché i pazienti erano già stati trasferiti nei reparti Covid.
“Abbiamo avuto delle difficoltà la notte scorsa – spiega il direttore del Dipartimento malattie infettive, Rodolfo Punzi – ma adesso la situazione è migliorata. Sono 4 i posti liberi in terapia intensiva ed il Cotugno è sottoposto alla stessa pressione degli altri ospedali italiani. Alcuni dei quali, come Palermo, sono forse in condizioni peggiori“. “Tra i ricoverati – ha detto il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera dei Colli, Pasquale Di Girolamo Faraone – siamo ormai ad un 50 e 50% tra contagiati dalla variante Delta e dalla Omicron. Tra i ricoverati la maggioranza è composta da non vaccinati, ma ci sono anche pazienti vaccinati con due dosi, ed anche con la terza. Dipende dalle condizioni dell’ organismo colpito dal virus”.
Punzi e Di Girolamo Faraone che poi replicano ‘a muso duro’ al presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Bruno Zuccarelli, che soltanto ieri, giovedì 6 gennaio, aveva prospettato il rischio di dover effettuare delle scelte tra i pazienti da curare negli ospedali napoletani e in particolare al Cotugno, il “codice nero”.
Per i due responsabili del Cotugno “non sappiamo cosa sia”. “Noi qui curiamo tutti, chiedete al presidente dell’Ordine che cosa significa codice nero”, è stato il commento di Punzi e Di Girolamo Faraone.
Zuccarelli aveva evocato uno scenario drammatico: “Né all’indomani del primo lockdown, né nel corso della seconda e terza ondata la nostra situazione è stata tanto grave – aveva spiegato il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli – e ora rischiamo di perderne il controllo. Il dilagare della variante Omicron ha messo in ginocchio ospedali, ambulatori, studi medici e rete dell’emergenza, e ciò che emerge oggi è solo la punta dell’iceberg. Entro una settimana o due al massimo, se non si interviene adesso, rischiamo di vedere a Napoli ciò che purtroppo abbiamo visto in Lombardia due anni fa: se vogliamo evitare il peggio si intervenga subito, non metteteci in condizione di dover applicare il ‘codice nero’”.
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