La Lega è a tutti gli effetti scesa in campagna elettorale. Non per i video del leader Matteo Salvini nel pastificio Rummo, non per l’intestazione dell’approvazione in Senato del ddl Calderoli sull’autonomia. Ma per la sua posizione che comincia a cambiare – o tornare alle origini? – in merito agli aiuti da fornire all’Ucraina, in guerra contro la Russia. Il partito di Salvini, infatti, ha presentato un ordine del giorno a Palazzo Madama sul decreto di proroga alle forniture di armi a Kiev. Sarà votato in aula, ma sulla carta la Lega si discosta da quella che è stata fin dall’inizio la posizione di Giorgia Meloni sull’Ucraina.

E insieme alla Lega ci sarà anche il Movimento 5 Stelle. Il capogruppo pentastellato Stefano Patuanelli detto di voler chiedere “di poter sottoscrivere l’odg del senatore Romeo e voteremo a favore. Ne condividiamo totalmente le premesse e anche se il dispositivo d’impegno al Governo non accenna al necessario stop alla fornitura di armi, riteniamo sia implicito proprio dalla lettura delle premesse”.

Armi all’Ucraina, l’ordine del giorno della Lega

Il passaggio, a firma di Massimiliano Romeo – capogruppo leghista al Senato – è chiaro, come sottolineato in primis dal Fatto Quotidiano. In Ucraina bisogna premere per arrivare a una fine del conflitto. È il come farlo che non è altrettanto chiaro, visto che si parla genericamente di “sviluppare un percorso diplomatico” dopo ritenere “impossibile pensare a una soluzione esclusivamente militare”. Anzi, “le condizioni attuali del conflitto rappresentano il punto di partenza ideale per una soluzione politica e diplomatica”.

Ucraina e Russia, la posizione della Lega

Nell’ordine del giorno di Romeo si spiegano anche i motivi che hanno portato la Lega a proporre questo ordine del giorno. A partire dalle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto un paio di settimane fa, in cui sono state sottolineate “le difficoltà relative all’attuale situazione sul campo” che secondo la Lega “meritano una adeguata riflessione”.

Nell’ordine del giorno si legge come “i numerosi sforzi della comunità internazionale nei confronti del popolo ucraino si sono rivelati fino ad ora essenziali ma non sufficienti per neutralizzare la minaccia russa”. E poi: “La Russia ha aggirato le sanzioni occidentali, fortificando le partnership con paesi del sud globale (Corea del Nord, Cina, Iran)”. Una frase che si allinea totalmente alla visione di Mosca, per cui le mosse dell’Occidente per cercare di strangolare l’economia russa siano falliti e non abbiano avuto nessuna conseguenza, se non quella di far stringere ancor più legami tra il Cremlino e altri Paesi.

In più Romeo sottolinea “i dubbi sulla capacità effettiva dell’Ucraina di resistere nel lungo termine contro una nuova offensiva russa, considerata la disparità numerica delle forze in campo”.

Armi all’Ucraina, i segnali da Stati Uniti ed Europa

Sempre nell’ordine del giorno al decreto sulla proroga degli aiuti militari a Kiev, Romeo parla dei cambiamenti in arrivo nel 2024, anno “denso di appuntamenti elettorali importanti”. Secondo il capogruppo leghista, infatti, le elezioni europee e quelle negli Stati Uniti “possono portare a un cambio di approccio nelle politiche dei Paesi europei e degli Stati Uniti nei confronti del conflitto in Ucraina”. “I segnali politici che si osservano evidenziano una tendenza già in atto e riflettono un cambio di atteggiamento dell’elettorato americano; al contempo determinati segnali nell’opinione pubblica si osservano anche tra i Paesi europei” sottolinea il testo.

Poi un passaggio rilevante: “Negli ultimi giorni, come si apprende da organi di stampa, anche l’opinione pubblica italiana non supporta più pienamente gli aiuti militari che il nostro Paese continua a inviare in sostegno all’esercito ucraino e auspica una soluzione pacifica e diplomatica del conflitto”.

La Lega quindi decide di discostarsi dalla posizione ufficiale del governo di Giorgia Meloni sul sostegno all’Ucraina. Un messaggio alla premier in vista delle elezioni europee: il partito di Salvini sembra pronto a fare una sorta di opposizione interna all’esecutivo della presidente del Consiglio. E in questo, la Lega, si ritroverebbe fianco a fianco con i suoi ex alleati di governo del Movimento 5 Stelle, già in prima linea con Giuseppe Conte per fermare il sostegno a Kiev.

Redazione

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