Era l’ultimo boss di ‘ndrangheta latitante. Pasquale Bonavota, ricercato inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità che rientra nel programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno, è stato arrestato a Genova al termine delle indagini condotte dal Ros e dai comandi provinciali carabinieri di Vibo Valentia e Genova.

Bonavota, boss di Sant’Onofrio nato il 10 gennaio 1974 a Vibo Valentia, era ricercato dal 28 novembre 2018 per associazione di tipo mafioso e omicidio aggravato in concorso. Era destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nell’ambito dell’indagine ‘Rinascita Scott‘ del Ros, dal tribunale di Catanzaro, poiché ritenuto responsabile dei delitti di partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca Bonavota rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio.

Bonavota in particolare era l’unico soggetto rimasto in stato di latitanza a seguito dell’esecuzione dell’operazione Rinascita Scott che, il 19 dicembre 2019, ha portato all’arresto di 334 soggetti ritenuti appartenenti alle strutture di ‘ndrangheta della provincia vibonese.

È noto anche come il “boss bambino“, perché già a 16 anni girava con una pistola in tasca e annunciava vendette contro i rivali di una faida familiare.

Bonavota è stato fermato dopo essere entrato nella chiesa di San Lorenzo, la cattedrale di Genova. I carabinieri del reparto operativo, coordinati dal colonnello Michele Lastella, del capoluogo ligure, lo hanno seguito per un tratto e poi, una volta dentro la chiesa, lo hanno arrestato. Con sé il boss di ‘ndrangheta aveva un documento falso.

I superlatitanti

L’elenco dei superlatitanti, dopo l’arresto di Bonavota e la cattura lo scorso 16 gennaio di Matteo Messina Denaro, comprende ora Attilio Cubeddu, Giovanni Molisi e Renato Cinquegranella.

Attilio Cubeddu, nato il 2 marzo 1947 ad Arzana, in provincia di Nuoro, è ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros. Lì era ristretto per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Dall’anno seguente sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Cubeddu ha fatto parte dell’Anonima sequestri: arrestato nell’aprile del 1984 a Riccione, fu condannato a 30 anni di carcere per i sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna, messi a segno entrambi nel 1983, e al sequestro Peruzzi, messo a segno in Toscana nel 1981.

Giovanni Motisi, nato il primo gennaio 1959 a Palermo, è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro. Noto anche con lo pseudonimo di ‘U Pacchiuni (il grasso), deve scontare la pena dell’ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985. Il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

Renato Cinquegranella, nato il 15 maggio 1949 a Napoli, è ricercato dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. Dal 2018 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.  Negli anni ’80 era legato alla alla Nuova Famiglia e secondo gli inquirenti, sarebbe coinvolto nell’omicidio di Giacomo Frattini, detto “Bambulella”, giovane affiliato della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Frattini fu torturato, ucciso e fatto a pezzi, il 21 gennaio 1982, per vendicare l’omicidio in carcere di un fedelissimo dell’allora boss di Secondigliano, Aniello La Monica.

Redazione

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