Fuori uno, ne mancano quattro. Dopo l’arresto questa mattina di Matteo Messina Denaro, l’ultimo ‘Padrino’ di Cosa Nostra finito in manette in una operazione dei carabinieri che lo hanno fermato all’intento della clinica ‘La Maddalena’ di Palermo dopo 30 anni di latitanza, sono quattro i latitanti di massima pericolosità inseriti nel “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze.

Nomi forse meno comuni rispetto al sanguinoso boss di Castelvetrano, arrestato nella clinica dove era in cura da un anno per un tumore al colon sotto il falso nome di Andrea Bonafede.

L’elenco comprende ora Attilio Cubeddu, Giovanni Molisi, Renato Cinquegranella e Pasquale Bonavota.

Attilio Cubeddu, nato il 2 marzo 1947 ad Arzana, in provincia di Nuoro, è ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros. Lì era ristretto per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Dall’anno seguente sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Cubeddu ha fatto parte dell’Anonima sequestri: arrestato nell’aprile del 1984 a Riccione, fu condannato a 30 anni di carcere per i sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna, messi a segno entrambi nel 1983, e al sequestro Peruzzi, messo a segno in Toscana nel 1981.

Giovanni Motisi, nato il primo gennaio 1959 a Palermo, è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro. Noto anche con lo pseudonimo di ‘U Pacchiuni (il grasso), deve scontare la pena dell’ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985. Il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

Renato Cinquegranella, nato il 15 maggio 1949 a Napoli, è ricercato dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. Dal 2018 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.  Negli anni ’80 era legato alla alla Nuova Famiglia e secondo gli inquirenti, sarebbe coinvolto nell’omicidio di Giacomo Frattini, detto “Bambulella”, giovane affiliato della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Frattini fu torturato, ucciso e fatto a pezzi, il 21 gennaio 1982, per vendicare l’omicidio in carcere di un fedelissimo dell’allora boss di Secondigliano, Aniello La Monica.

Pasquale Bonavota, nato il 10 gennaio 1974 a Vibo Valentia, il boss di Sant’Onofrio è ricercato dal 28 novembre 2018 per associazione di tipo mafioso e omicidio aggravato in concorso.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.