Il ministero della Difesa ucraino ha denunciato un altro massacro, un altro bagno di sangue. La cittadina si chiama Makariv ed è considerata la nuova Bucha, le cui immagini emerse lo scorso fine settimana avevano sconvolto il mondo e dato comunque adito a tesi complottiste. Anche da Makariv, a 50 chilometri a ovest di Kiev, i russi si sono ritirati nell’ambito del loro cambio di strategia che li sta portando a puntare sull’est del Paese, in particolare sul Donbass. È il fallimento della guerra lampo. E quindi il ministero parla di “un nuovo, mostruoso crimine di guerra” in un tweet. 133 corpi sarebbero stati ritrovati, persone “torturate e uccise” nella cittadina di 15mila persone circa.

I soccorritori, si legge nel post, “avanzano nel territorio liberato” dai russi “e vengono scoperti nuovi mostruosi crimini di guerra”. Crimini che Kiev ha deciso di documentare con un sito online dedicato che accusa la Russia con foto, video, testimonianze interattive. I soccorritori cercano le vittime sotto le macerie di quella che secondo il sindaco Vadym Tokar è una città per metà distrutta. Il primo cittadino ha detto che la maggior parte dei corpi sono stati dissotterrati da fosse comuni, alcuni sono stati trovati nelle strade: “Rinvenuti con le mani legate, e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata”, ha detto all’Ansa Tokar, di professione avvocato che dall’inizio della guerra veste una divisa militare, insignito di una medaglia d’onore dopo l’occupazione dei militari russi.

Proprio il sindaco aveva parlato di almeno 132 civili uccisi. “La maggioranza era gettata in fosse comuni, ma ci sono anche sepolture isolate, che sono le più difficili da individuare”. I russi si sono ritirati dall’area nei primi giorni di aprile. I reportage dei media internazionali sul posto raccontano di auto con le portiere e i finestrini forati dai proiettili: probabilmente persone in fuga dopo l’inizio dell’invasione. Secondo Tokar all’arrivo dei russi in città erano rimasti solo mille abitanti.

Dopo i massacri di Bucha e Kramatorsk “non riesco più a piangere” aveva detto ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al tabloid tedesco Bild. “Sì, provo odio per la Russia, per i soldati russi. Quando vedo queste immagini davanti ai miei occhi, bambini assassinati senza gambe, senza braccia, provo rancore, è terribile”. Alle torture sui civili si aggiungono le accuse della commissaria per i diritti umani Lyudmila Denisova che parla di giornalisti, fotografi e registi uccisi e torturati dai russi.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.