Il 66 per cento delle spiagge italiane sono libere! Non ci crede nessuno, è pure lo hanno scritto veramente. Si è concluso ieri il tavolo istituito da Palazzo Chigi per mappare la situazione delle spiagge italiane con il compito di definire i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile. Un tavolo formato da 50 componenti: tutte le associazioni balneari, 9 ministeri e i rappresentanti delle regioni. Tutti d’accordo dal principio su una cosa: le concessioni non si toccano. E infatti cosa ha concluso ieri il tavolo? “Sulla base dei dati disponibili ad oggi, è risultato che la quota di aree occupate dalle concessioni demaniali equivale, attualmente, al 33 per cento delle aree disponibili”. Ciò vuol dire che due terzi delle “spiagge” sono libere, e quindi non c’è bisogno di applicare la direttiva Bolkestein. Peccato che tra quelle libere vengono inseriti litorali rocciosi, inaccessibili, o non balneabili.

“Avevamo ragione noi e aveva torto il Consiglio di Stato. Si è accertato, al tavolo che ha visto coinvolti Governo e associazioni che seguono le vicende delle imprese balneari, che la risorsa in Italia non è scarsa e che ci sono ampi spazi sulle nostre coste per nuove imprese che volessero impegnarsi in questo settore. Quindi non c’è nessuna ragione per fare gare, aste o altre cose del genere” sembrano parole delle associazioni dei balneari, e invece a pronunciarle sono stati ieri Maurizio Gasparri e Deborah Bergamini, esponenti di Forza Italia.
“Lo spazio per nuovi ingressi c’è e i dati sono chiarissimi. Soltanto un terzo delle coste disponibili vede la presenza di imprese balneari o di altre attività” dicono i forzisti, ovvero i liberali della colazione di governo. Ma non finisce qui: “Quindi chi ha emesso sentenze in base a una visione distorta della realtà deve retrocedere, ma deve anche spiegare perchè ha preso delle decisioni arbitrarie, ingiuste e infondate. Peraltro anche con interventi ben al di fuori delle proprie competenze”.

E’ chiaro che l’attacco di Gasparri è Bergamini è al consiglio di stato, ma non lo nascondo neanche: “Siamo noi a dare un consiglio di buon senso a chi dovrebbe dare i consigli allo Stato e ha invece avuto la pretesa di prendere decisioni errate. Ora si tratta di andare avanti e di comunicare a tutte le realtà, anche europee, come stanno le cose” ci mancava Forza Italia contro l’Europa. “Lasciando finalmente in pace le imprese che vogliono certezze per investire, crescere e creare ricchezza e occupazione”. E perché quelle che aspettano da anni di poter partecipare a pubbliche gare non sono imprese che vogliono investire? Ecco la cosa incredibile è proprio che a dire queste parole siano esponenti di Forza Italia, quelli che si professano ancora per il libero mercato. E invece in prima fila a difendere i privilegi di tassisti e balneari al pari dei cugini statalisti di Lega e Fratelli d’Italia.

E così, come con i taxi, la benzina, il caro spesa, le compagnie aeree, gli extraprofitti, il governo continua a fare promesse e poi rimangiarsi tutto. Ma questa dei balneari è una vera e propria presa in giro. Anche perché non finisce qui. Ora infatti il governo dovrà negoziare con l’Europa la decisione. A maggio scorso la Commissione Ue ha ribadito come “i continui ritardi” nelle gare “rimangono una fonte di preoccupazione e comportano una significativa perdita di entrate”. La procedura di infrazione è aperta dal 2020, e, a dire il vero, fu il governo Conte il primo a posticipare la messa a gara delle concessioni. Poi Draghi l’ha ulteriormente posticipata a dicembre 2023, e il governo Meloni al 2025 in attesa di trovare una soluzione per tutti. Ora secondo il governo, e secondo i balneari, la soluzione sarebbe andare in Europa e dire “vedete che da noi è tutta spiaggia libera”.

Ovviamente a fare questa trattativa sarà ili ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto, che, conoscendolo, si metterà a ridere da solo. Il più serio dei ministri del governo Meloni difficilmente avrà il coraggio di prendere in giro i colleghi europei di cui da anni si è guadagnato, a discapito del partito di cui fa parte, stima e rispetto. Fitto che sullo stesso tavolo sta negoziando Pnrr e patto di stabilità. La famosa “logica a pacchetto” con cui già deve riuscire a spiegare la reticenza sul Mes. Tra l’altro in un momento di forte inflazione, col debito alle stelle, in cui si ha difficoltà a chiudere una manovra, non si capisce perché il governo preferisca togliere i soldi ai poveri regressivamente attraverso accise e sugar tax, anzicché far pagare ai balneari quanto loro dovuto per un bene di tutti.