Mentre entra nella fase più calda la campagna elettorale per le regionali di settembre, a Napoli si avvia la discussione sulle comunali del 2021. Il mio giudizio sul periodo arancione è marcatamente negativo, anzi ritengo che la gestione de Magistris sia stata la peggiore vissuta dalla città. L’ex pm ci ha anche informati che si candiderà alle politiche del 2023: io la leggo come una minaccia, poiché mai ho dovuto fare i conti con il nulla sotto vuoto spinto. Ma vedremo. Molto più interessante mi sembra discutere della città e del suo futuro. Da qualche settimana molti si sono cimentati sulla stampa locale per esprimere le proprie opinioni ed aspettative. La discussione che mi sembra più interessante è quella che si è sviluppata sulla figura di Antonio Bassolino.

Tanti si stanno cimentando sulla possibilità che l’ex sindaco sia intenzionato a ritornare. Innanzitutto, questa sarebbe un’aspirazione più che legittima, poiché lo stesso non ha mai nascosto di aver ritenuto quel periodo come il più importante della sua lunga esperienza politica. Nel contempo ritengo sia un errore fare forzature; la cosa più giusta è rimanere al ragionamento che Bassolino fa, indicando i mille problemi, economici e sociali, che investono Napoli, indicando possibili alternative. In tal senso si deve sottolineare il richiamo costante alle concrete condizioni di vita dei napoletani in assenza di una strategia dell’attuale governo cittadino. Napoli in questi nove anni ha smarrito la propria identità, ha generato contraddizioni profonde, ha lasciato più soli i propri cittadini. Questo è il prezzo pagato all’inconsistenza del centrosinistra e alla scomparsa di una classe dirigente democratica. Il 2011 ed il 2016 sono state due tappe vergognose per il Pd e per il resto delle forze del centrosinistra. Oggi che intenzioni hanno costoro? Ho letto dichiarazioni ed interviste su Bassolino e le mie perplessità sullo stato dell’ arte aumentano. Marco Sarracino ed Andrea Cozzolino, con sfumature diverse, dicono che Bassolino dovrebbe rientrare nel Pd.

E perchè? Bassolino è una personalità autorevole e autonoma, che sa muoversi sul palcoscenico politico anche senza regista. Questi inviti li leggo come tranelli, poichè tentano di chiudere l’ex sindaco in un recinto partitico che ne minerebbe l’autonomia e lo costringerebbe a condividere una litania pericolosa. Si abbia il coraggio di dire un “sì” o un “no” con chiarezza, senza giochi politicisti. Se ci sono altre opzioni è venuto il momento di metterle a confronto, senza infingimenti. A Bassolino rivolgo, invece, l’invito a mettere in campo altre forze vive, a promuovere una classe dirigente colta e popolare, a indicare le energie sane che questa città ha per risollevarsi, a costruire un programma che segni una discontinuità profonda con la melma che ci circonda. Le elezioni del prossimo anno saranno discriminanti tra la morte lenta e la rinascita.

Trovo infine datata la discussione sui bassoliniani: nel passato sono stati un’ingombrante zavorra, che ha colpito alle spalle lo stesso Bassolino che, invece, dovrebbe parlare con un mondo plurale, che faccia delle differenze una ricchezza in un processo condiviso e unitario. Insomma: si faccia parlare Bassolino e non i suoi improbabili interpreti. Lo schema Bassolino-bassoliniani è un tranello del passato. Quella fase è finita ingloriosamente e Bassolino è stato lasciato solo a combattere contro infamanti responsabilità, dimostratesi completamente false nelle sedi giudiziarie. Bassolino non può rappresentare un ritorno al passato, ma un salto nel futuro.