Dopo aver detto che l’aumento del prezzo della benzina era colpa della speculazione deibenzinai, poi dei raffinatori, poi degli italiani che andavano al servito e non al self service, poi quando ha capito che anche le accise erano colpa sua, ora Adolfo Urso da la colpa all’opec. E per provare a coprire i fallimenti del suo ministero, continua a rilasciare interviste a iosa, non comprendendo che in questo modo li evidenzia ancora di più.

E cosi ieri a domanda diretta se il governo da liberista sia diventato statalista ha risposto: “Nella UE paesi come Croazia e Ungheria hanno introdotti prezzi amministrati”. Come modello la famosa Ungheria liberista di Orban! Il ministro ha fatto anche l’esempio del paniere dei prezzi calmierati voluto da “in Francia dal liberista Macron o in Spagna dal governo socialista. E non mi pare che quando analoga operazione è stata fatta in questi paesi i liberisti italiani abbiamo protestato”. Appunto siamo italiani, protestiamo quando le fa il governo italiano. Ma le dichiarazioni assurde di Urso continuano: “Il taglio delle accise è costato agli italiani, cioè alle casse pubbliche, un miliardo al mese”, qualcuno spieghi al ministro che il costo per gli italiani sono le imposte, non il loro taglio.

“Mentre noi, avendo una visione sociale e industriale ben chiara e una strategia paese condivisa, abbiamo preferito utilizzare quelle risorse per tagliare, per due volte, il cuneo fiscale” cioè fissa delle imposte per tagliarne altre? “Perché noi siamo andati in soccorso delle famiglie italiane, di quelle più bisognose, e in quella direzione andiamo ancora” dice Urso, forse pensando che la benzina la pagano solo i ricchi.

“Senza accise dovremmo trovare in un altro modo e con altre tasse 12 miliardi di euro l’anno, che sono ben più di quanto costava il reddito di cittadinanza” e a tagliarli questi 12 miliardi di spesa invece Urso non ci pensa proprio? Gli investimenti esteri sono cresciuti più di tutti i Paesi europei – ha sottolineato Urso – i grandi fondi di investimenti dicono che l’Italia è il Paese ideale su cui investire in Europa” sta parlando di quei fondi delle multinazionali e delle lobby che lui vuole combattere?

Urso continua anche a negare l’aumento dei prezzi della benzina: “Hanno fotografato n solo distributore sulla Milano Varese, la realtà di quanto accade nel resto dei 22mila distributori italiani, è ben diversa”, dimenticando che il prezzo medio che cresce lo pubblica proprio il suo ministero. “Grazie al provvedimento del governo che ha imposto di esporre i prezzi medi, il consumatore può fare un confronto, scegliere e risparmiare. Perché se c’è un distributore che fa pagare più di 2 euro ce ne saranno altri con un costo più basso”, ripetiamo la domanda: domavamo farci tutta l’autostrada segnando i prezzi per scegliere il più basso? Che fine ha fatto la promessa dal governo con il varo del decreto che avrebbe consentito di controllare i prezzi dei distributori prima di mettersi in macchina? “In Italia abbiamo una tassazione più elevata sui carburanti rispetto ad altri Paesi per contribuire al bilancio dello Stato, perché siamo più indebitati di altri”, ecco ministro Adolfo Urso, non sarà che siamo indebitati perché aumentiamo la spesa pubblica, anziché tagliarla?