Piazze di spaccio organizzate in turni rigidi e precisi con i pusher che tardavano al cambio che venivano “licenziati”. Residenti delle palazzine privati delle chiavi dei portoni, nessuno poteva aprire o entrare senza autorizzazione per evitare che dietro loro s’infilasse qualche esponente delle forze dell’ordine. Una organizzazione minuziosa quella smantellata all’alba di mercoledì 22 novembre dai carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna a Brusciano, comune a nord di Napoli, la cui zona delle palazzine popolari del rione 219 era diventata la seconda base di spaccio a cielo aperto più importante nella provincia partenopea dopo il Parco Verde di Caivano.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato nelle scorse ore i carabinieri ad eseguire un’ordinanza cautelare, emessa dal Gip di Napoli, nei confronti di 41 persone (35 in custodia cautelare in carcere e 6 in divieto di dimora nella regione Campania), gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Indagini, condotte dal nucleo operativo e radiomobile di Castello di Cisterna e coordinate dalla DDA di Napoli, che hanno consentito di documentare l’operatività di un’associazione facente capo al clan “Rega-Piacente”, dedita al traffico di sostanze stupefacenti e operante nel rione popolare della “219” di Brusciano.

Ricostruita l’organizzazione delle piazze di spaccio distribuite in varie scale del rione, ognuna con una struttura gerarchica piramidale composta da capo-piazza, spacciatori e vedette, per ciascun tipo di stupefacente venduto (marijuana, hashish, crack e cocaina).

Blitz a Brusciano: attività di spaccio fiorente, seconda solo a Caivano

Elevato il livello organizzativo delle “piazze”, attive anche 24 ore al giorno, con pusher che venivano impiegati su turni di lavoro di 8-10 ore al giorno. Rigidissimo il sistema di cambio turno. Durante le indagini, i carabinieri hanno rilevato che presentarsi in ritardo al cambio turno poteva comportare anche il “licenziamento”. Circostanza documentata per uno dei pusher, allontanato per un ritardo di 30 minuti.

Ogni “shop” era dotato di un preciso quantitativo di droga, fornito dal capo-piazza di volta in volta al pusher ad ogni inizio turno, insieme ad una ricetrasmittente. Uno strumento fondamentale per essere immediatamente informati in caso di eventuali controlli delle forze dell’ordine. Come per altre realtà criminali, gli esponenti dell’organizzazione lanciavano l’allarme gridando “Marco! Marco!”, permettendo una rapida fuga all’arrivo dei militari.

Spaccio a Brusciano, residenti in trappola: chiavi e citofoni in mano al clan

Dalle indagini è emerso anche come l’attività di spaccio fosse così pressante, al punto da modificare le abitudini dei residenti, estranei al clan. Nessuno dei condomini delle palazzine della 219 poteva disporre delle chiavi dei portoni d’ingresso. Anche i citofoni erano stati rimossi per evitare l’apertura da remoto dei portoni senza autorizzazione. La vendita di droga avveniva anche in presenza di bambini “con devastanti effetti sulla formazione culturale e delle coscienze”.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.