Sono bloccati a Malta dal 10 luglio, risultati positivi al tampone rapido effettuato prima del rientro in Italia. Sara e Filippo, due ragazzi romani di 18 e 17 anni, si trovano da allora in un Covid Hotel a proprie spese. Una vacanza di quattro giorni per festeggiare il compleanno di Sara si è così trasformata in un incubo. 

Da 10 giorni in un Covid Hotel

Io sono agente di viaggio. Abbiamo scelto Malta perché dichiarata ‘isola Covid free’” racconta Simona, la madre di Filippo. “Non potevo immaginare succedesse tutto questo”. I due ragazzi, non vaccinati e partiti con un tampone molecolare negativo da Roma, in aeroporto a Malta hanno scoperto che Filippo era diventato positivo, asintomatico. Sara, negativa, è diventata in seguito positiva. Le autorità maltesi li hanno così portati in un Covid Hotel, in cui sono arrivati dopo diverse ore senz’acqua e senza cibo. Tutto a proprie spese secondo il protocollo: la camera ha un costo di 200 euro al giorno (100 euro a testa) ed è prevista solo la colazione. Tutto il resto devono ordinarlo tramite servizio di food delivery. I genitori si sono messi subito in contatto con l’Ambasciata italiana a Malta, che dopo una settimana ha creato un gruppo WhatsApp per aggiornare i familiari dei ragazzi italiani, molti dei quali in vacanza studio, che sono rimasti bloccati sull’isola a causa del Covid. “Sono circa 170 gli italiani nello stesso hotel” racconta Simona, “mentre altri sono stati sistemati in appartamenti. I ragazzi in vacanza studio hanno comunque un assistente in loco, i nostri invece sono stati lasciati da soli”.

Non pretendo niente, capisco la situazione e mi metto anche nei panni dell’Ambasciata a Malta, ma ai ragazzi in 9 giorni non hanno mai cambiato gli asciugamani e hanno dovuto ordinare online la carta igienica. Solo sabato mattina il servizio dell’hotel ha portato il cambio delle lenzuola” spiega Daniele, il padre di Sara. “Sono giovani e stavano male. Da genitori e da italiani ci dispiace di essere stati abbandonati dalle istituzioni”. Infatti, lamentano i genitori di Sara e Filippo, nonostante le richieste e un piccolo sit-in di fronte alla Farnesina lo scorso 16 luglio, non hanno mai ricevuto alcun riscontro.

L’assistenza medica dall’Italia

Adesso i due ragazzi stanno bene, ma Sara ha accusato i sintomi del Covid come febbre e nausea. L’assistenza medica ai due ragazzi è stata fornita dall’Italia telefonicamente, grazie al Comitato Cura Domiciliare Covid19, che ha anche fatto arrivare dei medicinali e un termometro (di cui l’hotel non era provvisto) tramite volontari presenti sull’isola. Il protocollo maltese infatti, come riferito ai genitori tramite un contatto dell’Ambasciata, non prevede che i medici possano recarsi a visitare pazienti in quarantena: nei casi più gravi è prevista la richiesta di ospedalizzazione. Sara e Filippo devono comunque attendere i tamponi di controllo il 26 luglio: se dovessero risultare negativi potranno rientrare in Italia tra il 28 e il 29 luglio (sono necessarie 48 ore per ricevere il referto).

Altrimenti dovranno continuare la loro quarantena a Malta. “In molti ci hanno detto: ‘non sarebbero dovuti partire’” sottolineano i genitori. “Ma noi abbiamo seguito le regole per i viaggi all’estero. Siamo fortunati che abbiamo potuti sostenerli economicamente in questa situazione. Ora chiediamo solo che rientrino a casa il prima possibile.” 

La nota della Farnesina

In seguito all’aumento dei casi in diverse località di vacanza, lo scorso 14 luglio la Farnesina ha reso noto, tramite una nota, che “tutti coloro che intendano recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione e dalle motivazioni del viaggio, devono considerare che qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario. In particolare, nel caso in cui sia necessario sottoporsi a test molecolare o antigenico per l’ingresso in Italia o per il rientro nel nostro Paese da una destinazione estera, si rammenta che i viaggiatori devono prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo– si legge- In questo caso, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova. Tali procedure interessano, con alcune possibili differenze dovute alle diverse normative locali, anche i cosiddetti ‘contatti’ con il soggetto positivo, che sono ugualmente sottoposti a quarantena/isolamento dalle autorità locali del Paese in cui ci si trova e che, a tutela della salute pubblica, potranno far rientro in Italia al termine del periodo di isolamento previsto. Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a COVID-19.”

Le nuove regole per l’ingresso a Malta

Le autorità maltesi, in seguito ai diversi focolai scoppiati sull’isola, hanno deciso di modificare le regole per l’ingresso nel Paese a partire dal 14 luglio. Potranno accedere solo coloro che abbiano completato l’iter vaccinale tramite certificato Eu Covid 19. Altrimenti è richiesta la quarantena obbligatoria di 14 giorni da trascorrere in un hotel indicato dalle autorità, con spese di vitto a carico dell’interessato. L’informativa del 9 luglio dell’Ambasciata spiega che i minori non accompagnati non potranno entrare nel Paese.

Intanto ieri alcuni studenti di scuole di lingua, messi in quarantena nonostante fossero risultati negativi al test Covid, sono rientrati in Italia, dispiaciuti per non aver potuto completare il corso d’inglese e preoccupati per i compagni, positivi, che invece sono ancora a Malta. In attesa di quel referto negativo che possa permettere loro di far finalmente ritorno a casa.

Mariangela Celiberti

Autore