L’obiettivo del Governo è quello di lasciare l’Italia in zona bianca quanto più possibile ma contemporaneamente mettere in campo strategie per limitare i contagi. Per questo motivo il Cts dopo la riunione di venerdì ha stilato alcuni punti in un documento da consegnare al Governo in vista del decreto che renderà obbligatorio il green pass per accedere a tutti i luoghi a rischio assembramento. E che prorogherà lo stato di emergenza per almeno altri tre mesi.

In sostanza nel documento reso noto in esclusiva dal Corriere della Sera si parla di rilasciare il green pass solo dopo il 14esimo giorno dalla seconda dose di vaccino e potenziare la campagna vaccinale per gli over 60, identificando attraverso il sistema sanitario chi ancora non è stato immunizzato. Tra gli over 60 mancano all’appello ancora 2 milioni e 500mila persone. Sono 17milioni gli italiani che ancora sono indifesi davanti al virus. Nella popolazione sopra i 12 anni un cittadino su tre non ha ricevuto neanche una dose. Preoccupano soprattutto i giovani: nella fascia di età fino a 29 anni sono scoperti in 6 milioni.

Nel verbale della riunione del Cts di venerdì c’è “l’allerta per l’evidente incremento dei casi dovuti alla variante Delta, connotata da maggior contagiosità e capacità d’indurre manifestazioni anche gravi o fatali in soggetti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose di vaccino”. Tra le priorità quella di tracciare tutti i casi e sequenziarli per isolare i positivi e rintracciare i contatti. Domenica 18 luglio il tasso di positività ha sfiorato il 2% con un aumento percentuale di 0,6% rispetto al giorno prima.

Entro mercoledì si riunirà la cabina di regia che dovrà stabilire dove sarà obbligatorio avere il green pass per entrare. Si pensa a stadi, palestre, eventi, concerti, luoghi dello spettacolo, treni, aerei e navi. L’elenco potrebbe includere anche le discoteche che potranno aprire al 50% e i ristoranti al chiuso. Il Cts ha ribadito l’indicazione del 2 luglio: “La certificazione verde va rilasciata solo dopo il quattordicesimo giorno dal completamento del ciclo vaccinale, un test diagnostico o la guarigione infrasemestrale”.

I tecnici guardano a quanto accaduto in Spagna dove la variante delta ha causato una significativa ripresa dei ricoveri in terapia intensiva. E sottolineano la pericolosità: “La variante Delta, destinata, a breve tempo, a divenire dominante in Italia, è in grado di indurre una sintomatologia grave, con significativi indici di ospedalizzazione e anche di letalità, nei soggetti che hanno più di 60 anni non vaccinati ed anche, sia pure in misura in parte minore, in quelli che hanno ricevuto una sola dose di vaccino”.

La priorità è trovare chi ancora non si è vaccinato e procedere con l’inoculazione soprattutto per gli over 60 e persone fragili. “Valutare ogni possibile intervento finalizzato a utilizzare sistemi automatici di incrocio di registri (assistiti dal Sistema sanitario nazionale e vaccinati) al fine di identificare, nel minor tempo possibile, i soggetti a maggior rischio per ragioni anagrafiche che non hanno ancora ricevuto il vaccino”, raccomanda il documento del Cts. Il piano potrebbe avvalersi del contributo dei medici di base che potrebbero spiegare ai loro pazienti non vaccinati i rischi di sviluppo di una patologia grave o addirittura fatale nel caso in cui decidano di non vaccinarsi.

Intanto il Governo già pensa a una modifica dei parametri per stabilire le fasce di rischio che terrà maggiormente in conto il numero dei ricoveri in ospedale. Tutto questo sarà incluso nel nuovo decreto che sarà varato durante la settimana che prevederà anche sanzioni per chi entra senza green pass laddove sarà obbligatorio.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.