Se ci sono tutti questi arrivi, questi migranti, questo boom di sbarchi e di partenze è anche per i mercenari della Wagner al soldo di Mosca attivi in Nord Africa. Lo hanno detto sia la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che il ministro della Difesa Guido Crosetto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “L’aumento esponenziale” delle partenze è “in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani“, ha detto Crosetto. Punta il dito verso Mosca, il governo di centrodestra. Anche un appello a Unione Europea, Nato e Occidente tutto.

Le dichiarazioni sono arrivate nella sede a Roma de La Civiltà Cattolica, storica rivista dei gesuiti, in occasione della presentazione del libro di padre Antonio Spadaro sui dieci anni (ieri) di politica estera di Papa Francesco. L’esecutivo punta a rafforzare i controlli sul fianco Sud dell’Europa. “Ue, Nato e Occidente, sarebbe opportuno capissero che anche il fronte sud europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso”, ha detto il ministro Crosetto. Il gruppo Wagner è una PMC (Private Military Company) composta soprattutto da ex militari, poliziotti e agenti di sicurezza che conta circa 10mila persone. Sicuramente il gruppo di mercenari più noto al mondo.

Il gruppo è stato fondato da Dmitry Valeryevich Utkin nel 2011, il nome proviene dalla passione del fondatore per Richard Wagner e l’opera L’Anello del Nibelungo. È un gruppo che si ispira al nazismo e al popolo dei Rus. È in prima fila nella guerra in Ucraina, in Donbass. Il gruppo ha operato anche nella guerra civile in Siria, in Libia, in altri Paesi in Africa protegge miniere di diamanti e di metalli preziosi. La loro presenza è stata segnalata in Mozambico, Repubblica Centrafricana, Mali. Il Cremlino ha negato ogni rapporto con la Wagner ma i caduti sono stati spesso insigniti da onorificenze da Mosca.

“Siamo stati accusati di cose raccapriccianti ma ho la coscienza a posto – ha detto la premier, parlando accanto al segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin -. Più persone partono e si mettono nelle mani di cinici trafficanti, più c’è il rischio che qualcosa vada storto: non credo che questo possa mai essere il modo giusto, umano e responsabile di affrontare la vicenda. Forse sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che siano dei mafiosi a decidere chi deve arrivare da noi, lasciare che arrivi solo chi ha i soldi per pagarli, lasciare che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner e i fondamentalisti“.

Per Crosetto il problema della Wagner è stato sottolineato anche “dagli addetti ai lavori e un’allerta in questo senso era già giunta dai servizi come dal Copasir”. La replica del capo della Wagner, direttamente dal fronte in Ucraina, Yevgeny Prigozhin è stata immediata: “Dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci“. Accuse al ministro anche da Angelo Bonelli dei Verdi secondo cui Crosetto “dovrebbe vergognarsi a fare queste insinuazioni. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani “molti migranti arrivano da aree controllate dalla Wagner e non vorrei ci fosse un tentativo di spingere migranti verso l’Italia”.

Secondo il progetto Missing migrants dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, gli sbarchi massicci degli ultimi giorni portano il totale dell’anno a 20.017 arrivi, più del triplo di quelli registrati nello stesso periodo del 2022 (6.152). L’Ansa scrive che potrebbe tornare di attualità l’ipotesi di dare un ruolo di primo piano alla Marina nella sorveglianza marittima, stralciata dalla versione finale del dl varato a Cutro perché non c’era intesa nell’esecutivo. La proposta potrebbe entrare in un provvedimento, in un emendamento al decreto in Senato o essere messa sul tavolo delle trattative in Europa, possibilità in linea con le richieste costanti di Palazzo Chigi a Bruxelles di rafforzare le attività di controllo delle frontiere marittime. Da Bruxelles oggi potrebbero arrivare nuove misure sui rimpatri e sul mutuo riconoscimento fra i 27 Stati delle decisioni di ciascun Paese su questo tema.

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