Altro che il quadro roseo prospettato da Vladimir Putin nel discorso alla Nazione pronunciato lo scorso 21 febbraio all’Assemblea federale di Mosca.

Per Oleg Deripaska, l’oligarca russo e magnate dell’alluminio che ha fondato il gruppo industriale russo Basic Element, lancia l’allarme sulla tenuta dei conti russi e del Paese in generale, isolato a livello internazionale dopo l’invasione dell’Ucraina compiuta il 24 febbraio dello scorso anno.

Per il ricchissimo imprenditore, con un patrimonio netto stimato da Forbes in 2.9 miliardi di dollari, la Russia potrebbe trovarsi con le casse vuote già il prossimo anno e ha bisogno di investimenti da paesi “amici” per spezzare la morsa delle sanzioni sull’economia.

Parola che sono arrivate dal Forum economico di Krasnoyarsk in Siberia, dove il 55enne oligarca si detto “molto preoccupato per tutto il tempo che lo Stato e le imprese siano costantemente messi l’uno contro l’altro”.

Secondo Deripaska “già il prossimo anno non ci saranno soldi, avremo bisogno di investitori stranieri” per continuare ad operare. “I nostri problemi non finiranno nemmeno nel 2025, che per me è il punto più vicino possibile a una diminuzione di intensità dell’attuale conflitto. Per questo il governo sta facendo appello a noi imprenditori“, ha continuato l’imprenditore.

L’oligarca e proprietario di Basic Element, già sanzionato da Unione Europea e Stati Uniti per il suoi legami col Cremlino e Vladimir Putin, ha lanciato il suo allarme poche settimane dopo il discorso dello Zar in cui il leader russo all’Assemblea federale di Mosca prometteva che non ci sarebbe stata alcuna riduzione delle spese militari. Putin aveva anche detto ai funzionari che la Russia “non ha limiti” sulla spesa per la guerra in Ucraina e sta “dando tutto ciò che l’esercito chiede” per garantire la vittoria.

In quel discorso Putin aveva fatto anche un appello, dal sapore anche minaccioso, agli oligarchi che in questi anni hanno investito i loro capitali all’estero, “invitandoli” per così dire a reinvestire in patria i loro capitali per aiutare il loro Paese.

Parole evidentemente non accolte con favore da Deripaska che invece, dal Forum di Krasnoyarsk, ha spiegato che “la Russia dovrebbe continuare a sviluppare l’economia di mercato” sottolineando da una parte le gravi” conseguenze delle sanzioni internazionali in corso contro il Paese, che hanno colpito in particolare settori chiave come quello dell’energia, ma anche della difesa, della tecnologia oltre alle istituzioni finanziarie, e dall’altra che “il capitalismo di Stato non è un’opzione”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia