Di che colore sarà la Campania a partire da lunedì 11 gennaio? È la domanda che si pongono cittadini e commercianti campani, un dubbio che sarà risolto oggi dopo l’esame da parte della Cabina di regia del Comitato tecnico scientifico dei dati del monitoraggio dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità.

I due dati più importanti al momento vedono la Regione guidata da Vincenzo De Luca con numeri tali da rientrare nella fascia gialla: la Campania infatti non rientra tra le tre Regioni significativamente superiore a 1 (Calabria, Emilia Romagna e Lombardia), né tra le sei che lo superano nel valore medio (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta) o nelle quattro che uguale (Puglia) o che lo sfiora (Lazio, Piemonte, Veneto).

Numeri confortanti arrivano anche dalla saturazione nelle terapie intensive, con la Campania che non supera la soglia d’allerta fissata al 30%. Attualmente infatti, secondo gli ultimi dati aggiornati al 6 gennaio dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, a sforare sono: Emilia Romagna (31%), Friuli Venezia Giulia (35%), Lazio (32%), Lombardia (38%), Marche (31%), Piemonte (31%), Provincia autonoma di Bolzano (35%), Provincia autonoma di Trento (50%), Puglia (33%), Umbria (35%) Veneto (37%).

LA DECISIONECalabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto saranno Zona Arancione a partire da lunedì 11 gennaio. È quanto prevede la nuova ordinanza che sarà firmata nella serata di venerdì 8 gennaio dal ministro della Salute Roberto Speranza. Ad annunciarlo è una nota del ministero della Salute. L’assegnazione all’area intermedia di rischio covid arriva sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, comunica il dicastero.

LE PAROLE DI DE LUCA – Chi di divisione in zone gialle, arancioni o rosse non ne vuole sentir parlare è il presidente della Campania Vincenzo De Luca, intervenuto a margine di un sopralluogo all’Ospedale del Mare a Napoli, dove stamattina vi è stato un crollo nel parcheggio che ha portato all’evacuazione del Covid residence. Il governatore ha attaccato la ripartizione dell’Italia in zone di rischio.

“Zona gialla, zona rossa, arancione. Un giorno sì e un giorno no. Cose demenziali. Se chiedete a me oggi in che zona siamo, non ve lo so dire. Figuratevi un povero cristo di operatore commerciale, un albergatore che deve pensare. Servono scelte chiare ed applicabili, altrimenti con le mezze misure allunghiamo i tempi dell’epidemia mandiamo al manicomio un Paese intero”, ha attaccato De Luca.

Per il presidente campano “sarebbe irresponsabile prendere oggi decisioni sulla mobilità, per la scuola, senza aver verificato prima, alla fine di gennaio, qual è il dato epidemiologico e senza aver verificato la ricaduta del periodo festivo, visto che è evidente che ci sia stato un rilassamento nel periodo festivo. Abbiamo i Paesi intorno a noi che sono rovinati e nessun Paese è una isola, il virus circola”.

De Luca ha ribadito quindi di essere “nettamente contrario alla linea che sta seguendo il governo nazionale” sulle misure da mettere in campo per il contenimento del virus. “Noi siamo per un’unica zona arancione fino a fine gennaio – spiega De Luca – quando poi potrebbe scattare la zona rossa nei casi di particolare emergenza. Ma moltiplicare scelte parziali, giallo, giallo rafforzato, arancione, rosso, un visitatore alla volta, sotto i 5.000 abitanti, non oltre i 30 km e via dicendo, cose peraltro assolutamente incontrollabili, significherebbe venire meno a un dovere elementare di messa in sicurezza dell’Italia e a un rapporto semplice per un Paese intero”, avverte De Luca.

Redazione

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