Le raccomandazioni
Carceri, l’Italia ignora l’Onu e i diritti dei detenuti
L’ Italia non ha accolto nessuna delle raccomandazioni dell’Onu sul rispetto dei diritti umani nelle carceri. Lo rende noto Nessuno tocchi Caino, che con il Partito Radicale era presente ieri a Ginevra dove si è tenuta la discussione sul processo di revisione periodica universale, cioè quella valutazione che le Nazioni Unite fanno sullo stato di recepimento e rispetto dei diritti umani nei vari Paesi. Il problema delle carceri era emerso con decisione durante la discussione e infatti, fa sapere Nessuno tocchi Caino, «paesi come Austria, Danimarca, Germania, Repubblica di Corea, Russia e Zambia avevano rivolto raccomandazioni all’Italia affinché il regime detentivo italiano sia migliorato e adeguato agli standard internazionali sui diritti umani, sia affrontato il problema del sovraffollamento e adottata una riforma che migliori le condizioni materiali, riduca la custodia cautelare ed aumenti il ricorso alle misure alternative, e sia assicurata la difesa legale agli stranieri.
Ci si aspettava che ci fossero anche queste tra le raccomandazioni accolte dal nostro Paese, tanto più in un momento di rischio epidemia in carceri sovraffollate. Invece sono cadute nel vuoto», dice Elisabetta Zamparutti, tesoriera dell’associazione ed ex componente il Comitato europeo prevenzione della tortura. Nel corso della discussione, Nessuno tocchi Caino ha sollevato il problema del recepimento della sentenza della Corte europea dei diritti umani nel caso Viola vs. Italia in materia di ergastolo ostativo.
La Corte di Strasburgo aveva bocciato il divieto previsto dall’articolo 4bis del nostro ordinamento penitenziario di concedere la liberazione condizionale agli ergastolani ostativi che non collaborino con la giustizia, giudicandolo “inumano” e “degradante” e aveva riconosciuto questo come un problema strutturale. «Al Comitato diritti umani dell’ONU – ricorda Zamparutti – pende peraltro un ricorso collettivo di 252 ergastolani ostativi curato, per conto di Nessuno tocchi Caino, dall’avvocato Andrea Saccucci».
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