Una brandina da spiaggia e materassi buttati sul pavimento: questa è la condizione inumana e degradante in cui vivono sei detenuti del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino.
Storie di un’orribile quotidianità, diventata ormai drammaticamente ordinaria. Storie di giorni a cui viene sottratta la dignità.

Carceri, l’anno terribile

Quello appena trascorso è stato un anno terribile per le carceri italiane: 88 suicidi, il dato più alto mai registrato da quando si raccoglie questo macabro censimento di vite perdute. Erano 84 nel 2022, 69 nel 2021, meno della metà dieci anni fa. L’endemica carenza di psicologi, psichiatri, educatori, mediatori culturali e agenti rende i nostri istituti penitenziari indecorosi per un Paese civile, una condizione definita dal Presidente Mattarella “angosciosa agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza”.

Nel minorile di Torino i ragazzi sono 54, a fronte di 46 posti disponibili. Ragazzi che, come afferma il Garante dei detenuti Mario Serio in un’intervista a La Stampa, sono “spogliati completamente della loro dignità”. La denuncia, continua il Garante, sulle condizioni del Ferrante Aporti è arrivata anche da un sindacato che rappresenta la polizia penitenziaria, il che implica che a soffrire delle carenze carcerarie siano non solo i detenuti, ma anche gli agenti, costretti ad agire in circostanze estreme, che possono mettere a repentaglio la loro stessa incolumità. “È fondamentale ascoltare anche la loro voce – conclude Serio – perché è nell’interesse dello Stato non tollerare la situazione di cui stiamo parlando. Ma, al momento, non percepiamo nessun segnale che lasci intendere un cambiamento”.

Il degrado cristallizzato da Antigone

Dalle 87 carceri visitate dall’associazione Antigone nel 2024 emergono dati preoccupanti: il 35,6% delle strutture è stato costruito prima del 1950, di cui il 23% addirittura prima del 1900. Nel 10,3% degli istituti non tutte le celle sono riscaldate. Nel 48,3% mancano celle con acqua calda garantita in ogni periodo dell’anno. Nel 55,2% ci sono celle senza doccia, e nel 25,3% non esistono spazi per attività lavorative.
Nonostante un sovraffollamento medio del 132,6% (con punte del 225%), il Governo ritiene che amnistia e indulto non siano soluzioni serie per affrontare il problema.

Cresce il numero dei detenuti

Si ripone invece fiducia in un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, incaricato di creare 7.000 nuovi posti in tre anni a partire dal 2025. Tuttavia, secondo Patrizia Gonnella, Presidente di Antigone, questi interventi sono insufficienti: “Anche se il Governo riuscisse a realizzare questi nuovi posti, rimarrebbero comunque almeno 8.000 persone senza un posto regolamentare. Inoltre, il numero dei detenuti è cresciuto di oltre 2.000 unità nell’ultimo anno e di oltre 5.000 dal 2022. Se il tasso di crescita continuasse con questo ritmo, i nuovi posti andranno a coprire solo i nuovi ingressi, lasciando il sistema penitenziario in una condizione di sovraffollamento cronico e drammatico”.
Tra vite sospese e dignità calpestate, quella delle carceri è una realtà che non può più essere ignorata.