Caro Piero, grazie mille, in bocca al lupo e complimenti.
Seppur da sinistra, una sinistra tanto debole da abbracciare acriticamente, sin dalle monetine a Craxi di 30 anni fa, teoremi giudiziari suggestivi ma imbarazzanti, tu hai tenuto dritta la barra del garantismo dalle pagine di questo giornale.

Offrendo una dimostrazione plastica di cosa voglia dire essere uomini liberi, e seri, senza essere inutilmente seriosi. In splendida solitudine hai sempre coltivato il dubbio (per Sant’Agostino, e non solo, l’anticamera della certezza), e rispettato la Costituzione; a cominciare dall’articolo 27, di cui tutti si riempiono ipocritamente la bocca, salvo convenienze.
Solitario, final, ma mai triste, hai resistito al conformismo che accosta sospetto a certezza, e verosimiglianza a verità.

Una promessa: il Dna garantista del Riformista non verrà mai meno. Anzi. Premeremo su questo Governo, cui io per onestà politica ammetto di non essere ostile, perché da giuste parole passi a fatti concreti: Nordio alla Giustizia (evviva) deve iniziare a produrre giocate. Se hai Maradona in squadra, non ti accontenti che palleggi a bordo campo, scaldandosi.

Vogliamo il gesto tecnico superiore, concreto e decisivo, che attendiamo da oltre 20 anni: una riforma che liberi i tanti magistrati bravi dal giogo di una minoranza mediatica, chiassosa, potente e massimalista, in una Nazione dove tutti i giorni, ogni 8 ore, un nostro connazionale viene arrestato, sputtanato, dilaniato nella vita, negli affetti, nella reputazione, nel lavoro, e poi assolto, ma liquidato con una ‘breve’; senza nemmeno scuse pubbliche, almeno in parte risarcitorie.
A te, un ‘In bocca al lupo’ per la tua avventura all’Unità. Che leggerò volentieri, per poi -non vedo l’ora- poter finalmente litigare con te, in tv.