L’Italia è alle prese con una nuova rivoluzione digitale. Questa volta tocca ai pagamenti in valuta elettronica che il Governo Conte ha nominato “cashback”. Tante le polemiche dei primi giorni di attivazione del servizio che hanno rimandato la memoria al click day dell’Inps, quando i sistemi informativi statali non ressero il traffico in entrata e si liquidò il tutto, scaricando la colpa a un attacco hacker. C’è chi invece, non contento del fallimento di Immuni conclamato dal commissario Arcuri pubblicamente, ritiene che la corsa per iscriversi all’applicazione governativa sia dovuta solo ed esclusivamente all’esborso di premi in denaro da parte del Governo.

Il Riformista ha chiesto un parere al data journalist e scrittore Livio Varriale, l’utilità di questa operazione da parte dell’esecutivo Conte e sulle potenzialità che questa realmente potrà apportare alla lotta all’evasione.

Dopo il click day dell’Inps, quello dell’app Io, soliti disagi perché?
Perché il concetto di digitalizzazione in questo Paese prende sempre la piega di una chiacchiera da bar. Se con l’Inps si bloccò il sito per mancanza di sostenibilità del traffico in entrata, cosa ha fatto il Governo per migliorare il traffico dati sulle sue piattaforme? La risposta sta nelle tante lamentele dei cittadini che non sono riusciti ancora ad accedere al servizio cashback. Se per l’Inps sono stati gli hacker secondo il Governo, ma non senza polemiche degli esperti, qui invece ci si sta vendendo all’americana: un successo per le troppe adesioni. Vale la pena di dire che il Governo è felice di aver fatto sold out.

A lei piace questa iniziativa?
Certamente, è ottima. In primis perché parliamo di unificare in un unico luogo virtuale tutti i servizi che il Pubblico fornisce ai cittadini e questo semplifica la fruizione dell’e-government senza creare troppi labirinti telematici dove poi risulta difficile anche accedere ad ogni singolo sito per servizio. Si sprona i cittadini ad attivare lo Spid, che rappresenta il primo passo di un individuo per acquisire la cittadinanza digitale. Quindi è un grande passo in avanti. Peccato però che emerga già un digital divide nell’app. io che sono napoletano non ho trovato il Comune di Napoli tra i servizi telematici offerti e non mi stupisce questa cosa.

Ma non serve per stanare gli evasori?
Sì serve per stanare gli evasori, ma attenzione, ragioniamoci su. Tutte quelle persone che si stanno iscrivendo e stanno caricando i dati delle loro carte di credito sono coloro che utilizzano il servizio di pagamento digitale sia correntemente sia saltuariamente. In poche parole non stanno abboccando gli evasori, ma si sta invogliando il cittadino ad utilizzare lo strumento per fare acquisti dal salumiere o nei negozi. La pubblicità istituzionale però invita anche a pagare qualsiasi consulente ed è qui che si vuole arrivare: far emergere chi, a differenza di un dipendente con busta paga i cui guadagni sono già tracciati e tassati, ha più margine di movimento nel non dichiarare al fisco le sue entrate. Questo è il secondo step che, se dovesse ingranare, porterebbe in futuro il disinteresse totale dei cittadini nel contante, facendolo sparire dalla circolazione definitivamente in modo da tracciare tutte le transazioni.

Così l’Italia potrebbe risolvere definitivamente l’evasione fiscale?
Questo non posso dirlo, ma sarebbe un tentativo concreto e diverso dalle azioni di repressione che fino ad oggi sono state esercitate sempre più sulle fasce già tracciate e tassate con pochi risultati nell’evasione delle grandi aziende e soprattutto delle multinazionali di cui nessuno parla mai. Stiamo discutendo di fatturati pari a 1 milione di commercianti, ma che pagano in proporzione meno tasse. Ridiscutendo gli accordi finanziari con 10 aziende secondo il nostro schema fiscale, avremmo già risolto una bella fetta del problema da almeno un decennio.

Molti sostengono che Immuni non sia passata perché non c’erano soldi in palio, lei come risponde?
Che i nostri dati fiscali sono digitalizzati, che le banche collaborano con il Governo nella lotta all’evasione fiscale, che i tracciamenti delle transazioni fanno parte della natura di controllo dello Stato per consentire secondo Costituzione la ridistribuzione delle tasse in favore dei più deboli e soprattutto qui non mi pare ci fossero entità private in gioco come è stato fatto per Immuni, ma che l’operazione sia tutta di stampo governativo. Lo Stato avrebbe dovuto prendere coraggio con Immuni rendendo obbligatoria la comunicazione dei positivi e imponendo lo scaricamento con un tracciamento serio come è stato fatto in Cina. Capisco che cambiare la costituzione e anni di leggi sulla privacy non sarebbe stato praticabile. Quindi chi fa lo spiritoso su questa tematica, spero in modo disinteressato anche se dubito, sappia che Immuni non ha un quadro normativo a supporto utile a farla funzionare, Cashback sì.

Ma queste app di Governo sono sicure? Non è che rischiamo un caso Leonardo?
Nessuna App è sicura al 100%, ma è certo che queste utilizzano protocolli informatici basati su sistemi crittografici complessi con più livelli di autenticazione e questo rende molto più difficile, non impossibile, il compimento di un attacco informatico a meno che non avvenga un caso Leonardo.

Che intende?
Ho letto tanto clamore per l’attacco informatico a Leonardo tra il 2015 e il 2017. Se i sospetti confermeranno la pista interna come le indagini della Procura stanno andando, è più una operazione di Insider Trading visto che i presunti autori hanno lavorato o lavorano nell’azienda. Inoculare un Trojan su un dispositivo di cui non si ha possesso è una cosa, ma installare programmi spia su computer che si hanno in gestione non mi risulta essere un attacco hacker, ma un sabotaggio. Addirittura ho sentito di parlare di attacco Apt, che consiste nell’infiltrazione nei sistemi informatici ai fini di un ascolto costante, ma queste operazioni sono rinomate in tutto il mondo per i loro autori sempre collegati ai Governi. Quindi le strade sono due: o gli autori lavoravano per un Governo straniero oppure erano dei trafficanti di dati, ma so per certo che quello che si è letto riguardo a uno stupore dei magistrati dinanzi a quanto successo non è reale. La Procura di Napoli ha già un caso simile in mano che tutti hanno dimenticato, ma io no. Parlo di Exodus, il software spia, che ha monitorato le Procure per mesi, di cui ancora non si sa quale fosse la reale affiliazione dell’ideatore al mondo dei servizi, altrettanto sono sicuro che non sapremo mai se Leonardo è stata colpita da un singolo o da un Governo.

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Classe '87 appassionato di politica, calcio e cinema. Da 10 anni racconta la città di Napoli su blog e dal 2020 sul Riformista.