“Il mandato d’arresto della Corte dell’Aja nei confronti di Osama Njeem Almasri è arrivato in lingua inglese senza essere tradotto, con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello“. Il ministro della giustizia Carlo Nordio parla di “incertezza assoluta” sul caso della liberazione e del rimpatrio del generale libico Almasri, non solo quella testuale ma anche quella riferita alla data in cui sarebbero avvenuti i crimini (“si dice a partire dal marzo 2015 ma nel preambolo si parlava del febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere”). Questo uno dei primi chiarimenti nel giorno dell’informativa alla Camera, iniziata alle 12:30 di quest’oggi, e tutt’ora in corso, che porterà a riferire all’aula anche il ministro dell’interno Matteo Piantedosi. Un dibattito con durata stimata di due ore e mezzo che non prevede la presenza di Giorgia Meloni e i due vicepremier Salvini e Tajani.

La ricostruzione di Nordio

“Il mandato di arresto di Almasri veniva eseguito dalla Digos di Torino domenica 19 gennaio 2025 alle ore 9:30 – esordisce Nordio -. Una notizia informale dell’arresto veniva trasmessa via email da un funzionario dell’Interpol a un dirigente del dipartimento degli affari di giustizia del nostro Ministero alle ore 12:37 sempre di domenica 19 gennaio. Si trattava di una comunicazione assolutamente informale di poche righe, priva di dati identificativi e priva del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese: non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione”.

L’atto arrivato in inglese

Nordio conferma di essere stato avvertito quando Almasri era stato già arrestato: “Il 20 gennaio il procuratore della Corte d’appello di Roma trasmetteva il complesso carteggio al ministero della Giustizia. Il nostro ambasciatore all’Aja ha poi trasmesso al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio. La comunicazione della questura al ministero è avvenuta ad arresto già fatto”. Poi le delucidazione sulle note incertezze del documento: “L’atto è arrivato in inglese – ha dichiarato sopra il brusio delle opposizioni – senza traduzione e con criticità sulla richiesta di appello. Si dava atto che il 2 ottobre 2024 l’accusa aveva richiesto un mandato di arresto per delitti contro l’umanità avvenuti a Mitiga e commessi a partire dal febbraio 2015, e c’era incertezza assoluta sulla data dei delitti commessi, dal 2011 al 2015 e non è cosa di poco conto”.

Nordio: “Deluso dalla magistratura, contesta senza leggere le carte”

Nordio parla di “incomprensibili salti logici” sui suoi crimini. “Mi ha deluso l’atteggiamento di una certa parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato del ministero senza leggere le carte. È una cosa imperdonabile a chi per mestiere le carte dovrebbe leggerle.

È la volta di Piantedosi: “Smentisco che il governo abbia ricevuto atti o comunicazioni assimilabili a minacce o ricatti. Ogni decisione è stata assunta n base a valutazioni compiute su fatti e situazioni nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese”.

Parola alle opposizioni

“Meloni dove sei?”. “Meloni la patriota in fuga”. È la volta delle opposizioni. I cartelli in aula dei deputati dem sottolineano l’assenza della Premier con interrogativi circondati da sagome di conigli. “Meloni ha mandato i suoi ministri in aula, un atteggiamento da presidente del coniglio, non del Consiglio. Meloni diceva che avrebbe dato la caccia ai trafficanti di tutto il mondo, invece li rimanda a casa con il rimpatrio più veloce della storia d’Italia”, ha ricordato Elly Schlein prima di rivolgersi a Nordio: “Il ministro deve trasmettere gli atti. Forse non ha letto la legge, e l’ha violata davanti al Paese”. Cinque minuti di intervento anche per Matteo Renzi: “Almasri ha violentato dei bambini, ha torturato e ucciso delle persone e voi lo avete rimandato in Libia col volo di Stato, con Meloni, pensavate di aver trovato la lady di ferro, ma avete trovato l’uomo di burro, forte coi deboli e debole coi forti”.

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