Rabbia, desolazione, un po’ di sollievo. Sono le parole del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti il giorno dopo la sentenza della Cassazione che gli permette di tornare al suo comune, al suo lavoro, alla sua passione politica. «Il periodo che va dal 7 giugno al 3 dicembre 2019 è un lasso di tempo che difficilmente dimenticherò, durante il quale ho toccato da vicino il significato vero, profondo della parola libertà. Il giorno dopo una delle tante serate trascorse in Comune vieni svegliato, e in poche ore, dalle Alpi alla Sicilia diventi il mostro, l’orco di Bibbiano. La tua pagina Facebook è sommersa da insulti e minacce di morte rivolte non solo a te ma alla tua famiglia, a tuo figlio. Insulti e minacce di morte che riempiono anche le pagine social di autorevoli figure istituzionali a livello nazionale».

Sebbene il procuratore Mescolini avesse chiarito in una conferenza stampa la posizione di Carletti, la sensazione che continua ad avere il sindaco è che a nessuno sembrino importare i fatti. «Ormai la macchina del fango è partita: un mix di falsità, odio, ignoranza, ipocrisia con tanti obiettivi ma non sicuramente quello della verità e del bene dei minori».  E poi continua, ricordando che a pochi giorni dall’inizio dell’indagine, «i vili barbari del web chiedevano “in nome del popolo” il pubblico linciaggio degli indagati, sindaco in testa, se poi il sindaco è del Pd ancora meglio».
Ringraziando la vicinanza di tanti bibbianesi e dei suoi avvocati, Carletti annuncia la sua decisione di recludersi in un rispettoso silenzio, nei confronti di coloro che stanno ancora conducendo le prossime fasi giudiziarie, ma soprattutto nei confronti delle famiglie dei minori coinvolti. E poi conclude: «È stata dura, durissima reggere un clima così pesante, così violento, è stata una sofferenza incredibile vedere ogni giorno gli attacchi indegni di un Paese civile nei confronti dei bibbianesi, della comunità di Bibbiano».

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