Una colata di catrame sulla pista ciclabile che costeggia il Tevere. Un lavoro che non ha lasciato indifferenti i romani e non. È scoppiata una vera e propria bufera. È diventata naturalmente una questione politica. I lavori fanno parte di un’iniziativa dell’amministrazione per implementare l’uso della bicicletta. Un piano che prevede circa 150 chilometri di percorsi ciclabili. È venuto fuori un risultato che ha attirato quasi unicamente critiche.

Lesto è stato il Foglio a trovare un parallelo quanto mai azzeccato e irresistibile: la striscia d’asfalto al posto del Tevere, da prosciugare, proposta da Carlo Verdone in Gallo Cedrone. “Se scòre, se scòre”, diceva Armando Feroci facendo riferimento al traffico. Una mezza profezia.

“Ennesimo oltraggio della Raggi ai romani, stavolta lungo il Tevere. Ma si può?!?”, ha twittato il segretario della Lega Matteo Salvini. Il leader dello stesso partito che si è seduto in maggioranza con il Movimento 5 Stelle, il partito del quale fa parte la sindaca Virginia Raggi. Che ha portato al governo i grillini da ministro dell’Interno e vice Primo ministro. Non si è fatta attendere la risposta. “Come sempre parli senza sapere nulla. Non si tratta di nuova colata d’asfalto sui sanpietrini ma del rifacimento del vecchio manto che risale a più di 15 anni fa. Ora rifaremo anche la segnaletica. Ci tocca spiegarti tutto”, la risposta sempre via Twitter della sindaca di Roma Raggi.

 


Contro la Raggi anche il leader di Azione, candidato sindaco ed ex ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, che su twitter ha scritto: “Una mattina la sindaca di Roma si svegliò corrucciata e chiese al pittore di corte Calabrese: ‘come possiamo ulteriormente deturpare questa città ingrata?’. ‘Mia sindaca, rispose il pittore, abbiamo fatto tutto il possibile per punire i romani: sporcizia, traffico, declino’. Abbiamo rinunciato alle Olimpiadi e cancellato il Colosseo per far capire ai romani quanto indegni essi siano’. ‘Non mi basta!’. ‘Potremmo, o magnifica sindaca, buttare una colata d’asfalto sul Tevere?’, ‘Ecco si mio diletto così va bene, procedi’, e così fu”.

 


In quel caso la replica dell’assessore ai Trasporti Calabrese: “Dalle ricette di cucina al meteo, dall’Ilva agli spazzolini da denti fino alle piste ciclabili, Calenda è entrato nel club degli ‘espertoni’. La verità è che gli unici cantieri che ha visto in 20 anni a questa parte, sono quelli realizzati dalla sindaca Raggi. Il suo è solo un maldestro tentativo che lo mostra per quello che è in realtà: un perfetto incapace. A cantiere finito sulla ciclabile del Tevere, Calenda avrà il coraggio di pubblicare una foto come questa? (una ciclabile appena riqualificata ndr)”.

E quindi su Facebook l’assessora capitolina alle Infrastrutture Linda Meleo: “I lavori per la riqualificazione della pista ciclabile sul Lungotevere tra Ponte Risorgimento e Ponte Marconi sono attualmente in corso. E come tutti i cantieri è necessario attendere il completamento degli interventi, compresa l’apposizione della nuova segnaletica orizzontale e verticale – ha scritto sui social – Dare giudizi prima della fine dei lavori è prematuro e fuorviante per i cittadini, soprattutto per i ciclisti che la utilizzeranno, una manutenzione che non veniva eseguita da oltre 15 anni” e ancora “Carlo Calenda dovrebbe tacere e smettere di parlare di cantieri, opere infrastrutturali e lavori nella città sostituendosi ai tecnici. Ormai è diventato un tuttologo: parla a sproposito di qualsiasi cosa. E il bello che non ci prende mai”.

Roma – le previsioni sono previste in autunno – è in piena campagna elettorale.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.