Sulla composizione del nuovo consiglio d’amministrazione della Rai, Mario Draghi tira dritto nonostante l’ostruzionismo dei partiti di maggioranza, soprattutto del Movimento 5 Stelle, che, come denunciato già la scorsa settimana dal segretario della Commissione Vigilanza Rai Michele Anzaldi, continuano a rinviare la doppia seduta a scrutinio segreto in Parlamento per eleggere i quattro consiglieri politici del nuovo Cda della televisione pubblica, quello che segnerà di fatto la fine dell’egemonia grillino-leghista nata nel 2018 con Marcello Foa (presidente) e Fabrizio Salini (amministratore delegato). Un trienni segnato dai conti in rosso e polemiche infinite.

Il premier, così come sottolinea Repubblica, è in totale raccordo con il Tesoro (Ministero dell’economia e delle finanze) che ha intenzione di indicare lunedì 12 luglio, giorno in cui è convocata l’assemblea degli azionisti per approvare il bilancio, i due nomi apicali del nuovo consiglio d’amministrazione della Rai: il presidente (che dovrà però essere votato dal cda e avere i due-terzi dei consensi della Vigilanza) e l’amministratore delegato.

Niente rinvii da parte dei partiti di maggioranza che avrebbero intenzione di far slittare tutto a settembre. La motivazione è da ricercare nel conflitto tutt’ora in corso all’interno del Movimento 5 Stelle tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Ma non c’è tempo da perdere perché il futuro amministratore delegato della Rai sarà chiamato a ridurre gli sprechi, razionalizzare le spese e risanare i conti della radiotelevisione italiana.

Così il Governo tira dritto e il prossimo 12 luglio annuncerà i nominativi dei due vertici dell’azienda nella speranza che il Parlamento, dopo lo slittamento di oggi, 7 luglio, elegga quanto prima i quattro consiglieri. Anche perché senza consiglio d’amministrazione restano al palo anche le nomine delle reti e delle testate giornalistiche.

Un uomo e una donna al vertice della Rai

Stando a quanto riferisce Repubblica, tra i nomi ‘caldi’ c’è quello di Laura Cioli, ex amministratore delegato di Rcs e Gedi, e quello di Matteo Maggiore, direttore della comunicazione della Bei, la banca europea degli investimenti, con un passato da responsabile degli affari internazionali dell’inglese Bbc.

Riguardo i quattro consiglieri politici che Camera e Senato sono chiamati a eleggere nella doppia seduta con voto segreto, il centrodestra sarebbe orientato a confermare i due uscenti Igor De Biasio e Giampaolo Rossi mentre il Partito Democratico è diviso tra Francesco Bria e Stefano Menichini. Caos invece all’interno del Movimento 5 Stelle.

Anzaldi: “Schiaffo di Draghi a Fico e Casellati”

“Se corrisponde al vero quanto diffuso dai mezzi di informazione, la decisione di Draghi di non aspettare i giochetti e le trattative dei partiti rispetto alla nomina del Cda della Rai, corrisponde a un sonoro e imbarazzante schiaffo assestato al presidente della Camera Fico, a quello del Senato Casellati che hanno accettato anziché respingere la richiesta avanzata dai capigruppo dei partiti, con l’eccezione di Italia Viva, di sospendere un voto parlamentare a solo ventiquattrore dal suo svolgimento”. Lo dichiara Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai, a proposito dell’indiscrezione secondo cui il governo sarebbe deciso a indicare l’ad già il 12 luglio.

“In questo modo il governo marca per l’ennesima volta la differenza tra chi si preoccupare solo di occupare poltrone e chi, invece, si impegna per risolvere i problemi degli italiani. La presa di posizione del governo dà quindi ragione a Italia Viva, l’unico partito che ieri si è opposto a un atto che avrebbe arrecato danno alle procedure istituzionali, ai cittadini che pagano il canone e all’informazione. Per fortuna c’è Draghi a tutelare gli italiani”, conclude.

Redazione

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