Claudio Cecchetto in una lunga intervista al Corriere della Sera si è lasciato andare a una serie di commenti su alcuni dei personaggi più noti del mondo televisivo. Una vita da film quella di Claudio Cecchetto che verrà raccontata in un docu-film dal titolo People from Cecchetto in onda mercoledì su Rai1 alle 21.30, una produzione Lotus, in collaborazione con Rai Documentari.

Il padre di Cecchetto aveva un destino molto diverso per Claudio e come tanti genitori avrebbe preferito continuasse a studiare ma “quando nel 1975 sono entrato a Radio Milano International – rivela il deejay – anche il padre si è reso conto di quale fosse il grande amore del figlio”.

Cecchetto decise di andare a lavorare gratis

“Se una cosa ti interessa davvero falla anche gratis, è sempre un investimento. Sento gente dire: non ho avuto l’occasione. L’occasione c’è sempre, magari sei stato tu a non prenderla” dice Cecchetto al Corsera e poi c’è stato il simpatico episodio di Mike Buongiorno, all’epoca una colonna portante del mondo televisivo italiano. Un giorno Mike disse a Cecchetto, dopo un provino, che lo ascoltava in radio tutte le mattine ma lui andava in onda al pomeriggio: “Feci finta di niente e lo ringraziai. Poi qualche anno dopo gli confidai la gaffe: mi rispose che però non aveva sbagliato a scegliermi”.

Tre Festival di Sanremo poi l’addio alla Rai

Poi Cecchetto decise di lasciare la Rai per fondare Radio Deejay. Una scelta che all’epoca venne considerata davvero azzardata. “È la mia filosofia, io nella vita ho sempre cambiato. Quando arrivi al top qual è il passo successivo? Cercare di mantenere la vetta, ma è una condizione che non mi piace.”

Per Cecchetto la posizione ideale è il numero due

“Immaginate una corsa, il secondo corre guardando il primo, sempre rivolto in avanti – spiega il fondatore di Radio Deejay – il numero uno invece si deve sempre voltare indietro”

Cecchetto e le groupie

Anche Claudio Cecchetto aveva le sue groupie ma non come quelle degli anni Sessanta “non facevano pazzie per me. Anche se una groupie l’ho sposata. Mia moglie Mapi Danna mi vedeva in televisione e diceva alla mamma: un giorno lo sposerò”.

Cecchetto talent scout: “Fiorello? Il più pigro di tutti”

“Il più pigro. E meno male, perché se no sarebbe presidente del mondo dello spettacolo. Lui è così: si è confezionato un programma al mattino presto perché si sveglia con il buio e va a fare colazione. E ha deciso che poteva diventare una trasmissione”. Invece su Amadeus? “Lo chiamavo la voce di piombo, con quel timbro pesante, bello, solido, che riempie tutte le frequenze, la risata che sprizza ottimismo. Il nome nasce dal pezzo di Falco, un singolo di grande successo. Era perfetto, c’era già la sigla del programma pronta”.

Cecchetto aveva previsto la carriera di scrittore di Fabio Volo

“Mi disse che era uno che leggeva molti libri e la cosa mi colpì subito: ero abituato a dj che leggevano poco. Sono contento del suo successo come scrittore, l’avevo quasi previsto, gli dissi che leggeva talmente tanti libri che un giorno avrebbe dovuto scriverli perché non ne avrebbe più avuti da leggere”.

Sabrina Salerno e Gerry Scotti: gli aneddoti di Cecchetto

“Sento domande che hanno già la risposta… al di là dell’avvenenza, ho visto in lei tanta energia e grinta. A Canale 5 la mettevano sempre in bikini, a lei non piaceva e io ero d’accordo: meglio immaginare che sbattere in faccia, meglio una maglietta larga e bagnata“. E su un giovane Gerry Scotti? “L’ho bloccato sulla scaletta di un aereo mentre stava partendo per l’America. Lo convinsi a rinunciare al lavoro da copy per la McCann, l’agenzia di pubblicità. Lui può fare qualsiasi cosa, sapevo che se avevo un problema lui era la soluzione: per questo Gerry è il presentatore immagine di Canale 5”.

Claudio Cecchetto e Leonardo Pieraccioni

“Me lo ha suggerito Carlo Conti e in lui ho visto per la prima volta un comico che si divertiva a essere comico – commenta divertito Cecchetto al Corsera –  spesso i comici si prendono troppo sul serio, lui era divertente e divertito, non mi faceva sembrare stupido perché ridevo alle sue battute. Faceva il magazziniere, prese l’aspettativa di un anno e poi arrivò al successo con il cinema”.

E invece Max Pezzali?

“Diciamo che la riconoscenza non è il suo forte” conclude Cecchetto

Redazione

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