“Meglio intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, che a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Con queste parole Claudio Durigon, sottosegretario leghista all’Economia, ha avviato la polemica che infiamma la politica da giorni. Era il 6 agosto quando durante un comizio a Latina pronunciò la ferale proposta che ha spiazzato e inorridito tanti. Al suo fianco c’era Matteo Salvini.

Una vita nel sindacato di destra Ugl e punto di riferimento della Lega nel Lazio, dal suo esordio nella Lega nel 2018 Claudio Durigon ha trasformato Latina, sua città natale, in una delle roccaforti del Carroccio. Ed è proprio da lì che è partita la proposta di ripristinare la vecchia dicitura del parco cittadino intitolandolo al fratello di Benito Mussolini, Arnaldo, togliendolo ai giudici antimafia Falcone e Borsellino. E così è partito il coro di richiesta di dimissioni da M5s a Pd, passando per Leu e anche per Elio Vito di Forza Italia.

Durigon è parlamentare dal 2018 anno in cui è stato nominato sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali durante il governo giallo-verde. Si è guadagnato il nome di “Mister Quota 100” dopo l’ideazione della riforma che ha smontato la legge Fornero che ha lui stesso definito “un capolavoro”. Prima di entrare in parlamento Durigon lavorava come operaio alla Pfizer dove è stato sindacalista dell’Ugl, diventando vicesegretario generale dal 2014 al 2018. Nel 2018 si è avvicinato alla Lega di cui è stato responsabile del dipartimento lavoro fino a essere eletto deputato a marzo.

Uomo dalla “battuta facile” è già stato al centro di bufere. In un audio dell’inchiesta Follow the money di Fanpage dichiarava di non essere preoccupato dalle indagini sui 49 milioni dei rimborsi elettorali confiscati alla Lega perché “Quello che fa le indagini, il generale della Guardia di finanza, sulla Lega lo abbiamo messo noi”.

Poi la vicenda del parco a Latina che ci ha tenuto a spiegare: “La storia di Latina è quella che qualcuno ha voluto anche cancellare, cambiando il nome a quel nostro parco che deve tornare ad essere quel parco Mussolini che è sempre stato”.

I suoi nonni erano braccianti arrivati nell’agro pontino ai tempi delle bonifiche fasciste. E dunque a chi gli chiede le dimissioni ha motivato così la sua proposta: “Ma io non pensavo ad Arnaldo Mussolini, io pensavo a mio nonno Raffaele, non un fascista ma vero democristiano e uomo di chiesa, con tre sorelle suore. L’ha fatta lui Latina, anzi Littoria, assieme a tutti gli altri coloni, gli altri pionieri poverissimi che arrivarono dal Veneto nel 1930 a realizzare la bonifica dell’Agro pontino. La memoria di questi pionieri oggi è andata persa e io vorrei recuperarla…”. Dunque per lui non si tratterebbe di apologia al fascismo ma di memoria storica, che va recuperata, anche se di stampo fascista.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.